Marsala, arrestato il tunisino che aveva colpito con un machete un carrozziere a Santo Padre

I Carabinieri della Compagnia di Marsala hanno arrestato l’uomo che lo scorso 11 luglio aveva attentato alla vita di un carrozziere di contrada Santo Padre delle Perriere, con un colpo di “machete”, o forse sarebbe meglio definirla una sorta di ascia, o meglio: una mannaia tritaossa.. La foto diffusa dai carabinieri, in allegato al comunicato stampa, fa paura. Il carrozziere è vivo per un miracolo. Lo deve solo al proprio istinto che lo ha spinto a mettere il braccio davanti alla testa per ripararlo del ferente. Le conseguenze, seppure non mortali sono state alquanto grave per il carrozziere. E, il tutto per non aver gonfiato le ruote allo scooter al tunisino. Una ritorsione assurda, lontana da ogni senso logico.

I carabinieri a seguito di lunghe ed articolate indagini hanno  sottoposto a fermo di indiziato di delitto, per il reato di tentato omicidio, un 34enne tunisino che vive stabilmente nel Comune di Petrosino, poi identificato in C’ocri Mohamed. L’indagine, svolta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Marsala, con l’ausilio dei militari della Stazione di Petrosino, e coordinata dalla Procura della Repubblica, ha avuto inizio lo scorso 11 luglio, quando i militari dell’Arma erano intervenuti in Contrada Santo Padre delle Perriere dove, all’interno di una carrozzeria, il proprietario era stato aggredito a colpi di mannaia, riportando una profonda ferita al braccio destro.

Le informazioni immediatamente acquisite dai Carabinieri, hanno permesso di ricostruire la dinamica degli eventi, secondo cui il semplice rifiuto di gonfiare le ruote dello scooter del C’ocri, dovuto ad un malfunzionamento del compressore presente in officina, aveva scatenato l’ira del soggetto tunisino che, tornato presso la carrozzeria pochi minuti più tardi, avrebbe aggredito con grande violenza il titolare, salvo solo grazie alla prontezza di riflessi che gli ha consentito di proteggere con il braccio destro il capo, a cui era indirizzato il fendente.

Il C’ocri, già senza fissa dimora, immediatamente dopo l’evento, si era dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce. Tuttavia, dalla descrizione fatta dalla vittima, i Carabinieri riuscivano a risalire al 34enne tunisino, già noto alle Forze di Polizia, dando vita ad una vera e propria caccia all’uomo, diramando altresì le ricerche.

Dopo un giorno, il personale dell’Arma veniva allertato dal Comando della Polizia Municipale poiché il ricercato, nella mattina del 12 luglio, aveva avuto un grave incidente a bordo di uno scooter e, pertanto, era stato trasportato in prognosi riservata presso l’ospedale Villa Sofia di Palermo.

Monitorate le sue condizioni per la durata della degenza presso il Trauma Center del Villa Sofia, lo scorso 3 Agosto, avendo avuto notizia della possibilità di dimissioni del soggetto, la Procura della Repubblica di Marsala emetteva un fermo di indiziato di delitto nei suoi confronti, anche considerando la possibilità più che concreta che il C’ocri potesse darsi alla fuga una volta dimesso dall’Ospedale.

Nella stessa data, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Marsala, riuscivano a fermare il C’ocri in uscita dal complesso Villa Sofia di Palermo, avendo firmato le dimissioni volontarie pur contro il parere dei medici, ed a condurlo presso gli uffici di “Villa Araba” dove, terminati gli atti di rito, lo stesso veniva dichiarato in stato di fermo e, come disposto dalla Procura di Marsala, tradotto presso la Casa Circondariale di Trapani San Giuliano.

All’esito dell’interrogatorio di garanzia effettuato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Marsala, il fermo emesso dall’A.G. e operato dai Carabinieri veniva convalidato. Contestualmente, nei confronti del C’ocri veniva emessa una misura di custodia cautelare in carcere per il reato di tentato omicidio.

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