Marsala, 8 mesi per una visita specialistica, sanità disastrata
Circa otto mesi per una visita pneumologica a Marsala. Roba da non crederci, ma accade quotidianamente presso gli sportelli del Cup dell’Asp per le prenotazioni specialistiche (al piano terra del Poliambulatorio di Piazza Francesco Pizzo e dell’Ospedale Paolo Borsellino). Un increscioso disservizio, frutto dei tagli alla sanità pubblica, che si manifesta con ritardi e carenze croniche che vanno ben oltre il limite della sopportazione umana per chi soffre e viene “impedito” a ricevere le giuste cure. E, forse, talvolta pure concausa di tante morti bianche.
All’ospedale Paolo Borsellino il reparto di Pneumologia è stato chiuso da quasi due anni. E’ rimasto un ambulatorio specialistico aperto al pubblico che riceve solo un paio di ore il martedì mattina. Stessa cosa, se non peggiore, accade al Poliambulatorio dell’Asp di Piazza Francesco Pizzo dove vi è un solo medico specialista che riceve il mercoledì ed il venerdì, con un incarico di sole 8 ore mensili, in un ambulatorio privo di attrezzature diagnostiche. Gli esami diagnostici esterni, anche i più banali come l’Ega (l’emogasanalisi) non possono essere eseguiti all’ospedale Paolo Borsellino, per cui non si possono diagnosticare e curare per come si deve le patologie respiratorie.
Solo il “vile” denaro dalle “nostre parti” consente all’ammalato di poter essere visitato, di ricevere i dovuti accertamenti diagnostici e di poter ricevere le giuste curare celermente. E’ triste ricordarlo, ma i cosiddetti clienti della “mutua” ancora oggi viaggiano in terza classe, quando finisce bene, o nei vagoni del bestiame dei “treni” della sanità in Italia. La “metafora” rispecchia degnamente lo stato dell’arte dell’assistenza sanitaria che favorisce solo chi puó permettersi il lusso di rivolgersi al privato, rimediando ai meno fortunati “mutuati” poco o nulla. Esempio eclatante di una sanità discriminatoria che avvantaggia solo chi puó permettersi di fare a meno del carrozzone dell’Asp che costa alla collettività cifre impressionanti per servizi non sempre adeguati e nei giusti tempi.
L’ennesimo caso di malasanità, viene alla luce a Marsala casualmente, inbattendoci in un cittadino affetto da disturbi per “apnea ostruttiva del sonno” o OSAS che necessitava di una visita urgente di un medico specialista in pneumologia. Al Cup gli prospettano una visita per l’8 luglio 2019 al secondo piano del Pliambulatorio di piazza Francesco Pizzo. Praticamente dopo 8 mesi, quando magari sarebbe stato troppo tardi per l’ammalato.
Alle insistenze del paziente che ha una prescrizione che riporta la dicitura “Urgente” (entro 48 ore), l’operatore trova uno spiraglio in Ospedale: a Trapani il 18 febbraio, Marsala il 19 febbraio. Più di sessanta giorni, sempre meglio degli oltre 240 di poco prima. Ironia a parte la situazione è davvero drammatica.
L’utente cerca di spiegare la gravità del proprio caso, le notti insonne, le difficoltà per respirare, le apnee notturne, le giornate “stanche” e demotivata, una vita “distrutta” da una patologia “sottovalutata”, ma pericolosissima che puó condurre alla morte per motivi respiratori o cardiologici.
L’operatore si impietosisce e gli indica la via più breve, uno specialista che lo puó ricevere in giornata stessa; l’unico problema è che non è convenzionato con l’Asp. Praticamente se l’ammalato vuole avere qualche chance in più per salvaguardare la tua vita deve pagare!
E se non ha il denaro… che fa, muore tra l’indifferenza generale?
La cosa peggiore che si riscontra è la rassegnazione dell’utente, del cittadino, dell’assistito che piega il capo davanti a così tanta giustizia forse perchè è talmente “povero” da non poter lottare contro il muro di gomma delle istituzioni pubbliche della sanità. Ecco che tutto rientra “magicamente” nella normalità, le lunghe code negli ambulatori, le lungaggini per essere ricevuti, le carenze del servizio erogato, e, talvolta, anche l’arroganza e la poca professionalità di certi operatori che abusano del camice che indegnamente indossano.
Storie di ordinaria disamministrazione della sanità pubblica che non fanno più notizia, fino a quando, come si sul dire, non ci scappa il morto.