Mafia: sequestrati beni per 450 milioni di euro sull’asse Mazara, Campobello e Castelvetrano

In manette il 76enne Calcediono Di Giovanni, imprenditore di Monreale in "affari" con i clan di Mazara del Vallo. Sigilli a un villaggio turistico Kartibubbo

mafia-dia-dda-mafia-sicilia-castelevtrano-sequestro-beni-cugino-matteo-messina-denaro-marsala-news-www.marsalanews.itLa sua scalata imprenditoriale sarebbe stata “indissolubilmente intrecciata con i destini delle famiglie mafiose di Mazara del Vallo”. La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani accoglie la proposta della Direzione investigativa antimafia di Palermo e Trapani e mette sotto sequestro l’impero economico dell’imprenditore Calcedonio Di Giovanni che poco meno di mezzo miliardo di euro.

Un patrimonio del valore stimato di 450 milioni di euro, comprendente un villaggio turistico e diverse società immobiliari, è stato sequestrato dalla Dia all’imprenditore Calcedonio Di Giovanni, 76 anni, di Monreale (Palermo). Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta da Pietro Grillo. Secondo gli inquirenti, l’attività di Di Giovanni sarebbe stata «indissolubilmente intrecciata con i destini delle famiglie mafiose di Mazara del Vallo», e l’imprenditore sarebbe stato in contatto con Vito Roberto Palizzolo, il finanziere che si è costruito una fortuna in Sudafrica e che viene considerato uno dei più abili riciclatori dei guadagni illeciti di Cosa Nostra.

kartibubbo-villaggio-turistico-sequestrato dia-camppobello- Cointeressenze tra i due vengono riferite in particolar modo al villaggio turistico «Kartibubbo» di Campobello di Mazara, dove si trovano 100 villette adesso sequestrate. Il resort era riconducibile a Palazzolo ma fu poi acquisito da Di Giovanni, che però in quel momento secondo l’accusa non disponeva di capitali leciti tali da giustificare quell’operazione. Inoltre, sono emersi legami tra l’imprenditore e Filippo Guttadauro, cognato del boss latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, e con il commercialista Pino Mandalari, legato al capomafia corleonese Totò Riina.

L’esistenza di collegamenti fra mafia, massoneria trasuda – si legge nel provvedimento – da tutti gli atti di questo procedimento nella parte in cui viene in ballo il ruolo degli istituti di credito preposti al controllo dell’avanzamento dei lavori finanziati. Vennero erogate immense quantità di denaro in assenza totale di controlli e qualche volta con la chiara dimostrazione agli atti dell’assenza dei presupposti per continuare a finanziare l’opera”.

dia-beni-confiscatiUltimamente Di Giovanni, secondo la Dia, avrebbe tentato di  sottrarre il proprio patrimonio alla scure delle misure di prevenzione, costituendo una  società in Inghilterra, la “Titano real estate limited” che si occupa di gestione di villaggi turistici con domicilio fiscale italiano nel villaggio Kartibubbo. La manovra, che secondo l’accusa sarebbe stata organizzata da Di Giovanni, era stata progettata  per evitare il sequestro e mantenere saldo in mano il potere.

Anche questa società è stata sequestrata assieme a varie altre, tra quai «Compagnia immobiliare del Titano», Il Cormorano, Fimmco, «Campobello park corporation, «Immobiliare La Mantide», «Associazione orchidea club, «Selinunte country beach, alcune quote del «Selene residence» di Campobello di Mazara, della «Parco di Cusa vita e vacanze», e della «Dental house, Numidia srl». Di Giovanni nei mesi scorsi aveva patteggiato una condanna per truffa. L’imputazione si riferiva all’uso di finanziamenti pubblici erogati per la costruzione di villaggi turistici.

fonti: livesicilia – la stampa – filodirettomonreale

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