L’Operazione “sciacalli” ha interessato, pure, Marsala

Polizia_arresto-marsalanewsL’Operazione, nome in codice “sciacalli”, contro una organizzazione internazionale operante nella “tratta” dell’immigrazione clandestina, ha interessato, pure, Marsala. Uno degli arrestati si trovava infatti nella città lilybetana, dove è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile. In totale sono undici eritrei, queste le loro generalità: Filipos Abraha, 19 anni, Abdallah Mahammed Ali, 24 anni, Munire Omer Ibrahim, 19 anni e Efrem Goitom, 18 anni sono stati arrestati a Catania. Omar Ebrahim, 26 anni, Abdullatif, 26 anni, Suleman Ibrahem, 30 anni Kibrom Khasay, 28 anni, Mahmud Seid Mahamud Kar, 28 anni e Measho Tesfamariam, 28 anni sono stati rispettivamente arrestati a Roma, Milano, Monza, Marsala e in Germania. In manette è finito anche Yemane Andemarian, 38 anni, ritenuto responsabile dei reati di sequestro di persona e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E’ ritenuto dagli investigatori l’affittuario dell’appartamento in cui sono stati tenuti i migranti.

L’appartamento in questione si trovava nel centro storico di Catania, in via Di Prima 60, all’interno di un vano-sottotetto. Sono i nove cittadini sedicenti somali, di cui 8 minorenni, clandestini sul territorio nazionale ‘liberati’ dalla polizia che ha arrestato 11 eritrei ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Era in quel tugurio che gli extracomunitari erano stati rinchiusi in attesa che i loro parenti inviassero denaro per il loro trasferimento nei paesi del Nord Europa.

In particolare, Maeaho Tesfamariam, con base in Libia, è ritenuto tra gli organizzatori delle traversate dallo Stato nordafricano e uno dei responsabili della traversata finita con il tragico naufragio del 27/28 giugno. In Italia sono stati individuati dei sodali dell’organizzazione a Catania, in Lombardia e nel Lazio, con compiti di supporto logistico ai migranti ed agli scafisti in arrivo dalla Libia  per aiutarli a fuggire prima dalla Sicilia e poi dall’Italia verso altri Stati del Nord Europa. Tra maggio e settembre 2014, l’associazione ha organizzato almeno 23 viaggi verso le coste italiane.

L’inchiesta denominata ‘Tokhla’, ‘sciacallo’ in eritreo, è stata condotta dal servizio centrale operativo della polizia di Roma, della polizia federale tedesca e delle Squadre Mobili di Roma, Milano e Trapani. “Si tratta di una organizzazione che ha dato luogo a moltissimi viaggi nel periodo in cui e’ stata sotto monitoraggio, cioè a partire dal maggio scorso. Sono stati contati almeno 23 viaggi che sono riferibili a questa organizzazione e uno di questi, purtroppo, e’ quello che porto’ al naufragio di una imbarcazione con a bordo il numero non ancora precisato di persone morte. Si tratta di una operazione importante che colpisce livelli elevati di questa organizzazione”. Lo ha detto il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, a margine della conferenza stampa in merito all’operazione. “Nel corso dell’operazione delle misure cautelari – ha aggiunto Salvi- e’ stato trovato a Catania un appartamento che veniva utilizzato per ‘custodire’ i minori che venivano sequestrati in attesa del pagamento del prezzo della traversata per poi farli ‘filtrare’ verso i luoghi di destinazione, presso parenti in altre zone d’Italia o d’Europa”.

“E’ emerso inoltre – ha evidenziato il Procuratore etneo- che gli organizzatori del traffico mettevano deliberatamente i migranti in condizioni di pericolo al fine di obbligare le autorità italiane ad intervenire per porre soccorso e quindi diminuire i costi dell’organizzazione evitando il ‘problema’ dell’accoglienza quando i migranti arrivano nel nostro Paese. Per questo, ancor di più – ha proseguito- e’ importante colpire queste organizzazioni che utilizzano in modo strumentale ed ignobile l’obbligo internazionale di soccorrere le persone che sono in pericolo in mare”. Salvi ha infine chiarito che “in questa operazione e neppure in altre non e’ emerso alcun collegamento con la criminalità organizzata locale”.

fonte: http://www.repubblica.it/

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