L’ennesima presa in giro, non passa la stabilizzazione dei precari siciliani
Precari ancora una volta presi in giro. Il provvedimento di stabilizzazione attraverso una agenzia statale che li avrebbe collocato nei posti vacanti delle pubbliche amministrazioni era stato annunciato dal sottosegretario Faraone, che aveva parlato del via libera del governo Renzi alla norma speciale. Cgil, Cisl e Uil insorgono: “Vergognoso”. Trasferta romana per recuperare un miliardo e 400 mila euro. Il sottosegretario: “Nessuna bocciatura, si cerca risanamento strutturale”
“Un bluff bello e buono, fiutato da lontano da Forza Italia, quello andato in scena oggi alla Camera, dove l’emendamento sbandierato dal sottosegretario Faraone, che avrebbe consentito la creazione di un’agenzia deputata a sciogliere il nodo dei precari siciliani – scrive in una nota diffusa alla stampa Vincenzo Figuccia, deputato di Forza Italia – non è stato dichiarato ammissibile”.
E’ stato dichiarato inammissibile l’emendamento alla legge di stabilità che prevedeva la stabilizzazione dei 22 mila precari degli enti locali siciliani, con la creazione di un’Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato. Ad annunciare l’emendamento era stato il sottosegretario Davide Faraone che aveva parlato del via libera del governo Renzi a “una norma speciale, solo per la Sicilia” che avrebbe garantito “finalmente la stabilizzazione di tutti i precari storici dell’Isola”. “L’emendamento è stato definitivamente dichiarato inammissibile”, dice il deputato del Pd Giuseppe Berretta, componente della commissione Lavoro alla Camera. Mentre riesplode la grana precari, con i sindacati già sul piede di guerra, è in corso a Roma un vertice per salvare i conti della Regione. Il governo siciliano tenta di recuperare 1 miliardo e 400 milioni, per mettere a riparo il bilancio 2016. Intanto, stamane, l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, e’ stato convocato dalle sezioni riunite della Corte dei Conti per un chiarimento sullo stato di salute della Regione dal punto di vista contabile.
“Questi lavoratori degli enti locali, volgarmente chiamati precari, sono dipendenti a tutti gli effetti della pubblica amministrazione, il cui operato è fondamentale per il funzionamento della macchina amministrativa, non meritano di essere presi in giro – scrive nella sua nota l’on. Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’ARS -. Il governo regionale e quello nazionale hanno il dovere di trovare una soluzione in tempi rapidissimi”.
Dai sindacati all’ex ministro che ha messo la sua firma sull’ultima legge che riguarda i precari siciliani. E adesso, è arrivato anche lo stop della Commissione bilancio della Camera alla proposta avanzata dal sottosegretario Davide Faraone che prevedeva l’istituzione di una mega Agenzia per i precari siciliani. Oltre 22 mila. In qualche caso a rappresentare metà del personale dei Comuni. Alcuni precari da vent’anni. Per Montecitorio la proposta di Faraone è “inammissibile”. Il sottosegretario minimizza: “Tutto previsto, l’ipotesi è ancora in piedi ed è legata alla ‘trattativa’ tra Regione e Stato sui conti”. In mezzo, i lavoratori. Sempre più confusi riguardo al proprio destino.
Ma i sindacati insorgono. “Vorremmo conoscere la ragione vera per cui è stato dichiarato inammissibile dalla Commissione Lavoro della Camera l’emendamento sui precari siciliani, considerato che, in un modo pilatesco tipico di questo governo, non prevedeva nessun costo aggiuntivo per lo Stato”, dice dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro.
Agguerrita anche la Cisl Fp. “Un comportamento gravissimo, a Roma come a Palermo”, incalzano il segretario generale Luigi Caracausi e il segretario di categoria, Paolo Montera. ”Da sempre – proseguono Caracausi e Montera – rivendichiamo la necessità di affrontare la questione per tempo, cosa disattesa anno dopo anno. Ancora una volta 100 mila siciliani passeranno un Natale nel segno dell’incertezza, nell’indifferenza e nel cinismo dei governi regionale e nazionale. L’inammissibilità dell’emendemento dimostra ancora una volta l’approssimazione e la superficialità con cui viene affrontata la questione. Crocetta e Renzi – concludono i due sindacalisti – la smettano di litigare per mere beghe politiche e corrano adesso ai ripari”. Dura anche la Uil. “Non possiamo gettare in mezzo a una strada migliaia di famiglie – dice il segretario generale Claudio Barone – e mettere in crisi i Comuni che dipendono da questo personale. Continuiamo, quindi, a chiedere ai rappresentati del governo nazionale e regionale un incontro urgente per trovare delle soluzioni. Basta annunci a cui poi non seguono fatti concreti, mentre si perdono quelle poche giornate disponibili a litigare per incarichi e poltrone al posto di trovare soluzioni vere. La politica deve dare subito risposte”.
fonti:
www.repubblica.it
www.livesicilia.it
www.gds.it
www.ansa.it