Le ruspe tornano a demolire abitazioni abusive a Marsala
Solo due, tra i proprietari delle 23 abitazioni abusive in riva al mare finora abbattute, hanno pagato al Comune le spese per l’opera svolta dalle ruspe. Gli altri, invece, non hanno ancora messo mani al portafoglio. Per costoro, gli uffici comunali competenti (ragioneria e altri) stanno valutando se è possibile procedere a una rateizzazione del credito. A conti fatti, ai destinatari di ordinanza di demolizione conveniva abbattere di propria iniziativa le case abusivamente realizzate. Il costo da sopportare sarebbe stato di gran lunga inferiore.
Per altro, nei casi in cui a demolire l’immobile è il Comune, l’area diventa di proprietà di quest’ultimo. L’abusivo, insomma, perde casa e terreno. Ciò dovrebbe indurre le altre centinaia di abusivi in attesa di medesima sorte ad attivarsi per demolire di propria iniziativa. Spenderebbero molto meno e rimarrebbero proprietari del terreno. Finora, però, nessuno si è mosso in questa direzione. Nella speranza, probabilmente, che le ruspe non riaccendano più il motore. Ciò, però, accadrà già la settimana prossima. Anche se per ragioni di ordine pubblico non viene svelato dove. Si sa solo che è il secondo immobile del terzo lotto di demolizioni. L’ultima è stata eseguita il 7 agosto in contrada Spagnola. In tutto, le villette abusive individuate dai tecnici comunali nella fascia dei 150 metri dal mare sono oltre 500. Ma non è stato facile avviare l’iter delle demolizioni.