Latitante tunisino accusato di spaccio arrestato al porto di Palermo

Latitante tunisino accusato di spaccio arrestato al porto di Palermo

Nelle giornate di sabato 31 marzo e domenica 1 aprile i militari della Compagnia Carabinieri di Castelvetrano hanno effettuato un servizio coordinato di controllo del territorio.

Tra Castelvetrano e Marinella di Selinunte sono state controllate più di 130 persone a bordo di 85 mezzi di trasporto nonché effettuate numerose perquisizioni veicolari e personali.

L’attività degli uomini dell’Arma di Castelvetrano è proseguita anche nel giorno della Domenica di Pasqua.

I militari del Nucleo Operativo, coadiuvati nella fase esecutiva da personale della Polizia di Frontiera, hanno tratto in arresto Aymen Ayed, 33enne tunisino già noto alle forze dell’ordine. Lo stesso risulta destinatario, unitamente ad altri tre connazionali, di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare, alla quale è stata data esecuzione lo scorso 14 febbraio ma l’Ayed, in quel periodo, si era reso irreperibile. Il provvedimento discende da un’attività investigativa compiuta nei primi mesi del 2016 dal NORM della Compagnia di Castelvetrano, finalizzata ad accertare e contrastare la perpetrazione di reati in materia di spaccio di stupefacenti in uno dei luoghi cittadini più frequentati dai giovani, cioè la Piazza Regina Margherita (o Piazza San Giovanni), in prossimità del Liceo Classico “G. Pantaleo”.

I Carabinieri, grazie a numerosi servizi di osservazione, riscontravano che nella suddetta piazza operava una vera e propria organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti – per lo più marijuana e hashish – a giovani studenti. Notavano, infatti, che alcuni giovani extracomunitari contattavano gli studenti e si appartavano con gli stessi all’interno del parco comunale, mentre taluni di essi vigilavano e controllavano all’esterno la presenza delle forze dell’ordine.

L’Ayed, dichiarato latitante dall’A.G. lilibetana, è stato catturato presso il porto di Palermo e sottoposto al regime degli arresti domiciliari con cd. “braccialetto elettronico”.

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