La Cia Sicilia: “Un terzo dell’economia illegale è nell’agroalimentare”
Un grido d’allarme, sull’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore agroalimentare, è stato lanciato da Rosa Giovanna Castagna presidente regionale della CIA Sicilia. Il rappresentante di categoria è intervenuto al focus sulla legalità che si è svolto all’interno di “Generazione Agricola”, il Forum nazionale PD dell’Agroalimentare che si è svolto oggi a Bologna, per denunciare il pericolo di infiltrazione nel settore agricolo e della trasformazione alimentare in Sicilia. Castagna, senza mezzi termini, ha detto che: “Un terzo dell’economia illegale in Italia fa capo al comparto agroalimentare. Si consumano molti reati al giorno che interessano un grande numero di agricoltori. Il controllo della filiera alimentare va dalle campagne agli scaffali dei supermercati: si parte dall’accaparramento dei terreni agricoli fino ad arrivare ai supermercati passando per tutta la filiera”.
“La mafia cerca affari e il comparto agricolo e dell’agroalimentare in genere è oggi tra i più appetibili” – ha continuato Castagna – . “L’avvio della nuova PAC è un momento di straordinaria importanza per le imprese sane, ma ahimè lo è alla stessa maniera per chi invece specula sull’agricoltura e vi riversa affari illeciti”. “Un altro aspetto chiave nel contrasto all’illegalità – ha sottolineato Castagna – è rappresentato dal fenomeno del lavoro nero. Arma naturale contro il lavoro nero è certamente l’appartenenza delle imprese al mondo associativo”.
“La CIA ha sottoscritto un protocollo di legalità con “Libera” che mira al sostegno dell’impresa sana e al contrasto di ogni forma di illegalità in campo agricolo e più complessivamente in campo sociale”. “Ma è ancora più ampio il panorama entro cui inquadrare la lotta al sommerso – ha concluso la presidente regionale della CIA Sicilia – e passa dal sostegno reale all’impresa, che deve quindi trovarsi nelle condizioni di potere operare entro i termini di ciascuna regola senza veder mortificato il proprio lavoro”.