Istituito il ‘Tavolo di crisi dell’agricoltura siciliana’
Il governatore ha illustrato le iniziative messe in campo dalla Regione – che ha subito risposto al grido di allarme dei produttori orticoli di Vittoria – dopo i confronti già avuti con i rappresentanti della Grande Distribuzione Organizzata, con gli europarlamentari eletti nel collegio ‘Isole’ e le interlocuzioni con il ministero delle Politiche agricole.
“Sono certo – ha affermato Musumeci – di avere la coscienza a posto e di avere fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. Questa è una ‘battaglia’ che si vince, o si perde, tutti insieme. Dobbiamo avere chiaro che il mercato è sempre più ostile, globalizzato, avaro. La situazione è eccezionale e, quindi, bisogna utilizzare le misure straordinarie attualmente vigenti, ma anche pensare a soluzioni normative che non possano prescindere da una forte interlocuzione con il Governo nazionale, ma anche con l’Unione europea”.
Il governo della Regione ha già provveduto a: dichiarare lo stato di crisi di mercato per la fascia trasformata, a presentare emendamenti alla legge di stabilità per rifinanziare il credito agrario, per procedere al ritiro dal mercato dei prodotti a fini umanitari, per avviare azioni di promozione presso la GDO, favorendo così la vendita del ‘made in Sicily’. Le iniziative annunciate sono state state valutate positivamente dai rappresentanti del Comitato che hanno chiesto anche la: rivisitazione dei trattati internazionali, la moratoria di tutte le passività aziendali, la creazione di un Fondo che aiuti le aziende in crisi che si trovano i propri beni all’asta. Da parte delle organizzazioni di categoria, è emersa la necessità, al di là delle “azioni già avviate con sensibilità e velocità”, di valorizzare e difendere le produzioni regionali, facendo pressioni sulla Gdo, anche con spazi riservati al brand ‘Sicilia’.
Nel corso dei lavori è stato annunciato anche il potenziamento dei controlli – con la collaborazione di Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale della Regione – sulle merci importate presso dogane, porti e supermercati; un incontro con i vertici dell’Inps per chiedere una sospensione del pagamento dei contributi previdenziali.