Influenza, terza causa di morte in Italia. La vaccinazione rimane ancora l’unica arma valida
In Italia, l’influenza è ancora oggi la terza causa di morte per patologia infettiva, preceduta solo da Aids e tubercolosi. Secondo i dati Influnet, nel nostro Paese ogni anno si registrano da 5 a 8 milioni di casi di sindrome influenzale, con un’incidenza di 3,5 casi per 1.000 a settimana. Circa 8.000 decessi possono essere direttamente correlati con l’infezione influenzale e di questi il 90% riguarda soggetti di età superiore ai 65 anni. Nella stagione 2015-16, sono stati segnalati 89 casi gravi e 32 decessi da influenza. Nella maggior parte dei casi gravi segnalati lo scorso anno è stato isolato il virus A/H1N1pdm09 (70%), seguito dal B (17%), dall’A/H3N2 (9%) e da virus A/non tipizzati (4%). Il 76% dei casi gravi ed il 63% dei decessi segnalati al sistema presentava almeno una patologia cronica preesistente per la quale la vaccinazione antinfluenzale viene raccomandata e solo il 9,7% era vaccinato.
E’ prassi comune curare l’influenza, ma senza mai pensare alla prevenzione. Perché il problema si affronta solo quando arriva. I blog e i social network italiani trattano molto il tema dell’influenza stagionale, ma lo fanno parlando soprattutto di cura e poco di prevenzione. Solo il 19,5% degli italiani dichiara, infatti, di fare prevenzione dall’influenza, mentre il 15,5% parla esplicitamente di vaccino antinfluenzale. Una percentuale ancora bassa, che però nel 2016 è aumentata di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2015. Sono i primi dati della fotografia che Voices from the Blogs, spin-off dell’Università Statale di Milano, ha scattato grazie all’analisi di oltre 700 mila post, news e pagine pubblicate in rete dal 1 settembre al 15 novembre 2016.
Le fonti online. A sorpresa, i blog dedicati agli anziani sono tra i più attivi quando si tratta di parlare di vaccini e complicanze dell’influenza (37.7%), seguiti dai Siti Medici (18.2%). “In generale, i forum sono associati alle discussioni sui farmaci perché è il luogo virtuale in cui chiedere consigli pratici per curare lo stato influenzale, mentre nei social network prevale l’aspetto di prevenzione”, spiega Andrea Ceron, docente di Scienza Politica all’Università di Milano e coordinatore dell’indagine. “Oltre il 56% delle volte in cui si parla di influenza si citano farmaci e cure e solo nel 19,5% si cita la prevenzione”, conclude Ceron.
Anziani e vaccinazione. La scarsa attitudine verso la protezione allarma gli esperti, soprattutto quest’anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che quest’inverno circoleranno due nuovi virus – A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2) e B/Brisbane/60/2008 – e che quindi l’influenza potrà essere più aggressiva. Particolarmente esposti sono gli over 65, la categoria più colpita dal virus di tipo A e che rischia complicanze importanti come la polmonite. “Negli ultimi anni si è registrato un progressivo calo delle vaccinazioni, soprattutto nella popolazione anziana, ma a partire dall’anno scorso la curva si sta rialzando. Nonostante questo, però, siamo ancora piuttosto lontani dall’obiettivo di vaccinare il 75% della popolazione target, come raccomandato dal Ministero della Salute. Ad esempio, nella stagione 2015-2016 abbiamo raggiunto solo il 50% circa”, spiega Giovanni Rezza, sirettore del Dipartimento di malattie infettive, Istituto Superiore di Sanità. “Gli ultimi dati della rilevazione Influnet, aggiornati al 16 novembre, mostrano un progressivo aumento dei casi di malattie riconducibili a stati influenzali e parainfluenzali, che hanno superato quota 189.000. Non siamo ancora in grado di sapere quanti di questi casi siano dovuti al virus dell’influenza. Sappiamo però che il picco del contagio è atteso fra dicembre e gennaio e che le categorie a rischio sono ancora in tempo per proteggersi con la vaccinazione”.
Il vaccino sui social. Ma cosa pensano gli utenti della rete del vaccino? I vantaggi della protezione vaccinale sembrano essere chiari anche nel mondo dei social. Secondo l’analisi ‘Social Flu’, l’atteggiamento nei confronti del vaccino antinfluenzale è prevalentemente positivo (50,2%) o neutrale (38,8%). Tra chi esprime chiaramente un’opinione positiva, il 26,8% mette in evidenza la capacità del vaccino di limitare il contagio, il 24,2% dichiara di non ammalarsi più, il 17,8% sostiene che sia importante per gli anziani. Tra le motivazioni anti vaccino, la principale risulta essere la possibile comparsa di effetti collaterali. Il 19,5% sostiene che nonostante il vaccino ci si ammali comunque mentre il 19,3% sostiene che siano meglio rimedi naturali, come per esempio tisane, bere molto, riposarsi, un’alimentazioni sana.
I blog per over 65. Gli anziani che frequentano il web sembrano avere opinioni più decise della popolazione generale: l’indagine di Voices from the blogs individua una quota di commenti positivi del 69%, sostenuti dall’idea che il vaccino sia importante proprio per la loro fascia di età (33,7%), che diminuisca il rischio di complicanze (25,8%) e la mortalità (25,1%). L’atteggiamento negativo, invece, riguarda gli effetti collaterali (50,3%), la paura che il vaccino porti malattie più serie (26,3%), mentre un 23,4% sostiene che sia utile solo per gli anziani particolarmente fragili. “Si tratta naturalmente di false paure – commenta Michele Conversano, igienista e Presidente HappyAgeing – gli studi scientifici e la pratica clinica hanno dimostrato nel corso degli anni la sicurezza e la tollerabilità dei vaccini antinfluenzali. Pensiamo ad esempio al vaccino adiuvato che viene utilizzato in Italia da quasi 20 anni, la cui sicurezza è provata da test effettuati su oltre 40 mila persone. Per non parlare poi del profilo di tollerabilità, confermato dalle oltre 80 milioni di dosi distribuite in tutto il mondo”.
Il vaccino adiuvato. Proteggere gli anziani dalle complicanze dell’influenza è uno degli obiettivi principali della campagna di vaccinazione: ogni anno, infatti, si stima che circa 8mila persone muoiono a causa di condizioni di salute in qualche modo aggravate dalla presenza dell’infezione influenzale. Tra i vaccini a disposizione, quello adiuvato con MF59 si è dimostrato il più efficiente nel proteggere gli anziani e quindi anche nell’abbassare il rischio di complicazioni. Su Internet, però, se ne parla poco e ancora di meno sui social. Se ne parla invece prevalentemente sui siti istituzionali (50,7%) con un parziale contributo dei blog relativi agli anziani (25,8%) e dei siti di medicina (23,5%). Eppure l’efficacia di questi vaccini è ampiamente dimostrata. “In particolare, negli anziani, il vaccino influenzale adiuvato ha dimostrato di evocare una risposta immunitaria significativamente superiore negli anziani rispetto ai vaccini trivalenti convenzionali. La vaccinazione adiuvata, inoltre, produce una risposta anche nei confronti di ceppi influenzali non inclusi nella formulazione del vaccino ma che circolano durante l’inverno. In questo modo, si riesce a ridurre de 25% il rischio di ricovero ospedaliero per influenza e polmonite negli over 65”, dice Conversano.
Le strategie di cura. I sintomi che più vengono associati all’influenza sono la febbre, il raffreddore e la stanchezza. La febbre risulta essere di gran lunga il sintomo più associato all’influenza, distaccando di oltre 50 punti percentuali tutte le altre categorie. Ma quali sono le cure e i rimedi a cui ricorrono le persone che parlano di influenza sul web? Il 24% non si cura affatto e continua a svolgere regolarmente le sue attività, il 15,5% si vaccina, il 9,6% prende la tachipirina, l’8,9% gli antibiotici. Gli altri si limitano a restare a casa (8,1%), a prendere un’aspirina (6,8%), a riposarsi (5,8%) o ricorrono a rimedi naturali (6,7%).
L’Assessorato Regionale della Salute della Sicilia, il Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico e l’Asp di Trapani invitano i cittadini a vaccinarsi preventivamente all’influenza. Il Vaccino è efficace e sicuro. recita il motto sulla locandina sotto riportata
fonte www.repubblica.it