Indagini sulla morte di Francesco Pantaleo, un team di 6 esperti è stato incaricato dalla Procura
Caccia ai files nel pc di Francesco Pantaleo: gli informatici forensi stanno provando a recuperare i dati, per ricostruire le ultime ore di vita della vittima. Altre risposte si attendono dall’esito dell’autopsia sul corpo del giovane, trovato carbonizzato nelle campagne del pisano.
Sarà un team di sei esperti, incaricati dalla Procura di Pisa, a dover chiarire tutti i dubbi sulla morte di Francesco Pantaleo, lo studente universitario di ingegneria informatica di 23 anni, originario di Marsala trovato carbonizzato nelle campagne di San Giuliano Terme (Pisa) il 25 luglio. La Procura di Pisa ha aperto un fascicolo per il reato di istigazione al suicidio, che permette agli uomini dell’Arma di eseguire tutti gli accertamenti del caso. E’ solo un fatto tecnico, per accelerare l’iter, poiché le indagini sono estese a 360 gradi ed il capo d’imputazione potrebbe cambiare con le risultanze investigative delle indagini in corso.
L’esame autoptico, con le operazioni preliminari, è iniziato sul cadavere «gravemente alterato» dalla combustione oggi all’ospedale Santa Chiara di Pisa da parte dei due medici legali incaricati della perizia. Non sarà un’operazione semplice e richiederà forse un paio di giorni prima di essere portata a termine. Per i risultati complessivi ci vorrà poi più di un mese, dato che la Procura ha posto diversi quesiti ai periti e ha chiesto di compiere «accertamenti a 360 gradi».
Non solo si cercheranno sul corpo solo tracce di eventuali ferite inferte da terze persone ma saranno prelevati tessuti per eseguire anche esami di laboratorio di natura chimica e tossicologica. La PM Lydia Pagnini, che segue il caso insieme al procuratore capo Alessandro Crini ha precisato ai colleghi de “La Nazione” che i tempi sia di esecuzione che per il responso saranno lunghi e che non è possibile dire in anticipo quanti giorni saranno necessari.
Nel frattempo, la Procura, riferisce l’Adnkronos, che ha incaricato altri quattro periti per svolgere indagini specialistiche sul web e sui dispositivi elettronici in possesso di Pantaleo. I periti informatici forensi tenteranno di accedere ai dati del computer dello studente che, prima di sparire, aveva cancellato ogni informazione dal pc. Particolare attenzione sarà data alle chat di social network e videogiochi online. Questa sembra essere una delle piste più accreditate visto che il giovane dallo scorso mese di marzo si era isolato nella sua camera, pare per giocare a giochi di combattimento online. Saranno effettuate altresì delle verifiche sullo smartphone, la cui geolocalizzazione era stata disattivata.
I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale stanno, inoltre, esaminando anche le immagini registrate da decine di telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private, per ricostruire le ultime ore di vita del giovane. Gli investigatori sono al lavoro per chiarire altri aspetti della scomparsa di Pantaleo: perchè Francesco era uscito da casa lasciando i suoi occhiali in camera nonostante fosse miope? Dove sono finiti il suo zaino e la copia delle chiavi dell’appartamento? Davvero Francesco si è tolto la vita sentendosi in colpa per gli esami non dati? Dove sono le scarpe con le quali era uscito di casa? E che fine ha fatto la tanica con il liquido infiammabile con cui forse si è tolto la vita?
Troppe domande aspettano una risposta: tanti sono ancora i punti da chiarire, ad iniziare dalle cause del decesso. Mentre gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, dall’omicidio al suicidio, è emerso che Francesco Pantaleo aveva deciso di restare a Pisa, dove viveva in affitto, anche nei mesi del lockdown e della didattica a distanza, a differenza di quasi tutti gli altri studenti fuori sede che preferirono rientrare nelle località di origine seguendo le lezioni online.
“L’unica cosa certa sino ad oggi è che non abbiamo elementi per individuare eventuali responsabili. Non sono state trovate impronte, non ci sono indizi o testimonianze. Non ci sono auto o scooter abbandonati ma neppure contenitori di benzina – afferma Giovanni Mennella, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Pisa ai colleghi del giornale on line www.huffingtonpost.it”. La Procura di Pisa vuole andare a fondo per disegnare il contesto in cui potrebbe essere maturata la morte del giovane: nel caso spuntassero nuovi elementi è evidente che si procederà contro i responsabili
I genitori e la sorella di Francesco Pantaleo sono a Pisa sia per contribuire agli accertamenti, sia in attesa della restituzione del corpo da riportare a Marsala per celebrare i funerali
Fonti: La Stampa
La Nazione
Huffingtonpost
Corriere Fiorentino