In viaggio un container con aiuti umanitari verso il Burundi
L’asse della solidarietà Sicilia – Burundi segna un’altra tappa sul fronte degli aiuti umanitari verso uno dei Paesi più poveri al Mondo.
La Onlus Aiutiamo il Burundi voluta da Totò Cuffaro e da Stefano Cirillo ha messo a segno un altro importante risultato per allietare sofferenze, stenti, povertà e combattere mortalità precoci. Un container pieno di attrezzature, strumenti e beni di prima necessità è in viaggio, da giorni, verso l’ospedale Karusi, la chiesa di Mabay ed un orfanotrofio a Bujumbura, centri di un area del Burundi al confine con la Tanzania. L’ospedale (realizzato nel giugno del 2012 con i fondi per la solidarietà internazionale della Regione Siciliana), oggi permette a molte mamme di essere seguite in gravidanza e più di mille ogni anno partoriscono nella struttura con la dovuta assistenza sanitaria.
Una parte consistente della spedizione è destinata proprio all’ospedale ed è proprio quella piú attesa, ma i trasporti in Africa sono lenti ed i mezzi si muovono con non poche difficoltà. In un paio di mesi, comunque, il container giungerà a destinazione con il suo “prezioso” carico. Non trasporta oro, ma beni che potranno essere molto più utili del nobile metallo per una popolazione che muore di fame, febbre, diarrea, malaria, infezioni respiratorie e di parto. Qui manca tutto ed i volontari dell’Onlus Aiutiamo il Burundi lo sanno bene.
Il container diretto a Bujumbura trasporta attrezzature medico-diagnostiche dismesse da strutture ospedaliere all’avanguardia come l’Ismet, ma anche da centri meno blasonati e da liberi professionisti. Nell’ultimo anno sono sempre di più i sostenitori della mission pro Burundi, lo fanno con amore e dedizione, donando quel che possono per i “fratelli” poveri dell’Africa.
Vi sono ecografi, lettini da visita, poltrone di studi dentistici, attrezzature medicali, sussidi sanitari, materassi, occhiali da vista con varie gradazioni, beni di prima necessità, medicinali e cibo a lunga scadenza, abbigliamento e giocattoli per bambini. Ed ancora: computer, monitor, stampanti, un compressore d’aria e relativa attrezzatura per la vulcanizzazione delle gomme, attrezzature per l’agricoltura, nonchè macchine da cucire, altri utensili tessili, stoffe, bottoni e accessori per una mettere su una fabbrichetta di abbigliamento, e tanto altro. Non sono insignificanti attrezzature dismesse, tanto meno rifiuti ingombranti da smaltire… bensì macchine funzionanti e revisionate prima della partenza da tecnici specializzati.
La Sikelia Nmi srl di Palermo, che ha donato 2 ecografi che utilizzava come macchine dimostrative, le ha prima revisionate e poi trasportate nel punto di raccolta di Acquino, messo gratuitamente a disposizione dell’Onlus, dal Sindaco di Monreale. Stessa cosa hanno fatto i tecnici di Barone Gomme, l’azienda che ha donato l’occorrente per impiantare una postazione per riparare pneumatici. E non sono i soli ad essere stati così scrupolosi: la famiglia Russo, imprenditori del campo tessile di Mazzarino, si è assicurata che 21 delle 23 postazioni di lavoro donate (macchine da cucire, da taglio ed altro) funzionassero alla perfezione, mentre le altre due sono state incluse nel carico come parti da ricambio assieme a tessuti, bottoni ed accessori. L’ospedale Giglio di Cefalù ha ripristinato 12 computer, monitor e relativi accessori che erano stati dismessi.
Queste sono solo alcune delle decine di storie che si intrecciano freneticamente attorno alla missione Burundi. I ragazzi del Rotaract Palermo Sud hanno raccolto e selezionato il materiale didattico destinato ai bambini di Mabay e dell’orfanotrofio di Bubanza. Esemplare, per esempio, è il lavoro svolto dai volontari dell’Onlus, Licia, Antonella, Maria Teresa, Ezio, Francesco, Maurizio, Alessandro, Stefano e tanti altri che alternano il lavoro e gli Impegni personali con le esigenze dell’Associazione. Il tutto in silenzio, lontani dai riflettori e della ribalta della cronaca E poi vi sono gli instancabili Totó e Stefano, le figure carismatiche attorno a cui si muove l’intera macchina organizzativa. Qualche mese addietro, proprio Cuffaro e Cirillo, sono stati a Bujumbura per tenere un corso teorico pratico, finalizzato ad istruire il personale medico che dovrà utilizzare gli ecografi ed occuparsi della diagnosi e delle cure da somministrare ai pazienti.
Qui le persone da assistere sono davvero tante, non basterebbe una bacchetta magica per risolvere tutti i problemi. E la Onlus Aiutiamo il Burundi non dispone che della generosità dei sostenitori che, seppure è tanta, non si avvicina minimamente ad appagare i tanti bisogni dei loro assistiti. Le risorse a disposizione, che non sono poi così tante, vengono revisionate e rimesse nel ciclo produttivo.
I volontari dell’Onlus Aiutiamo il Burundi hanno imparato a far tesoro di ció che viene ritenuto tecnologicamente vecchio. Ecco perchè un container di merce per lo più usata e dismessa nel nostro Paese diventa “preziosa” in Burundi, servirà: a incrementare i presidi sanitari dell’ospedale Karusi, a potenziare le dotazioni dell’orfanotrofio, a migliorare le condizioni di vita, a rigenerare l’agricoltura, a poter riparare i pneumatici forati. Dulcis in fundo ad attrezzare la Cooperativa Rurale Corde di Giheta che gestirà una piccola, quanto funzionale, fabbrichetta tessile-sartoriale, in grado di poter vestire i bisognosi della regione.
Scopo dell’associazione Onlus Aiutiamo il Burundi, voluta dall’ex presidente della Regione Siciliana Cuffaro e dal Ginecologo Cirillo non è assistenzialismo “a tempo perso”, ma costante aiuto alla popolazione, affinchè essa possa progredire e, in futuro non lontano, divenire autosufficiente nel fare fronte ai propri bisogni primari, come: mangiare, vestire, curare, formare e assistere. Un obiettivo ambizioso, ma costernato di già di tanti piccoli successi come la gestione dell’Ospedale Karusi e di un orfanotrofio a Bubanza; l’inaugurazione di una chiesa a Mabay con annessi spazi dove i giovani possano alternare lo studio alle attività ricreative. Ed ancora la costruzione di un nuovo Ospedale possibilmente in una delle aree più depresse del Burundi, dove non esistono altro che capanne, senz’acqua nè luce; formare operatori sanitari attraverso i tanti medici italiani che si sono resi disponibili a svolgere tali attività specialistiche al servizio di una popolazione stremata dalla malaria e dalla miseria; foggiare una nuova generazione di agricoltori in grado di soppiantare le arcaiche pratiche di coltivazione con tecniche più moderne; istruire tecnici che sappiano sfruttare le fertili terre e le abbondanti acque di uno dei laghi più grandi al mondo. Il Paese è povero, ma ricco di potenzialità; basta individuarle e metterle in moto.
Per fare ciò la Onlus Aiutiamo il Burundi ha bisogno di voi, della vostra generosità. Vieni a trovarci in via Torrearsa, n° 1, a Palermo, insieme faremo grandi cose.
di Alberto Di Paola