Il tunisino “marsalese”, trovato impiccato, avrebbe ucciso la giovane coppia di Mazara 2
Una “grossa” partita di droga non pagata e tre cadaveri, due barbaramente sgozzati a colpi di macete, il terzo è quello del loro omicida, trovato impiccato nella sua abitazione, forse suicida. Una vicenda di cronaca a fonde tinte di giallo, quella della giovane coppia di Mazara 2 sgozzata a pochi passi dall’appartamento in cui vive e del loro omicida che si sarebbe tolto la vita, che ha scosso la città, alimentando nella fantasia dei cittadini le ipotesi più disparate. Ora gli inquirenti sarebbero ad un passo dal chiudere le indagini, ritenendo responsabile, forse, unico, della “strage” del rione popolare di Mazara 2, il tunisino Ben Saada Ouajidi, 34 anni, arrivato in Sicilia appena quindicenne, che da 18 anni viveva nel nostro Paese, a Marsala. Il suo corpo senza vita è stato trovato ieri, forse, suicida, nella sua casa di contrada Ranna, a circa 6 chilometri da Marsala.
Il presunto suicida tunisino, avrebbe spietatamente ucciso Angelo Cannavò e Rita Decina, di 30 e 29 anni, venerdì scorso a Mazara. Lo rende noto stamani la polizia. I sospetti si erano concentrati sull’uomo già da giorni dopo che nella casa delle vittime era stato trovato un tablet la cui scheda sim era intestata al tunisino. Secondo la Mobile di Trapani e il commissariato di Mazara del Vallo il movente del duplice delitto potrebbe essere stato un debito di droga che Ben Saada Ouajidi avrebbe contratto nei confronti di Angelo Cannavò nella cui abitazione venerdì scorso sono state sequestrate diverse dosi di droga. L’auto del tunisino era stata ripresa da un sistema di videosorveglianza mentre arrivava e poi si allontanava dalla casa di Cannavò-Decina proprio nell’intervallo di tempo in cui è collocato il duplice omicidio. Inoltre sarebbero stati trovati, pure, dei vestiti sporchi di sangue e tracce ematiche nella sua auto, una citroen cx bianca. Una testata on line ha aggiunto che nell’abitazione del tunisino sarebbe stato trovato il machete, l’arma con la quale sono stati uccisi Angelo Cannavò e Rita Decina.
Agghiacciante é la ricostruzione dei fatti: i due uomini avrebbero avuto una violenta lite, il tunisino estrae l’arma e taglia la gola al Cannavò davanti agli occhi increduli della sua compagna. Rita Decina avrebbe cercato di sfuggire alla furia omicida del tunisino, sale una rampa di scale, viene raggiunta da un primo fendente alle spalle, lotta con tutte le sue forze e poi viene colpita ripetutamente. Quando il suo aggressore la lascia la donna col proprio sangue abbozza due lettere sulla parete nel tentativo scrivere il nome della “bestia” che ha posto fine alla sua vita e a quella del suo compagno.
Prove schiaccianti, quindi, a carico del tunisino; forse fin troppo… Tutti i tasselli hanno trovato una perfetta collocazione nel mosaico, fin troppo facile. La domanda nasce, pertanto, spontanea: Ben Saada Ouajidi ha fatto tutto da solo? Sicuramente, questa domanda, se la stanno ponendo pure gli inquirenti.