Il responsabile della Confederazione Italiana Agricoltori Enzo Maggio invoca a una “Buona Agricoltura”
In questi giorni, si sta parlando tanto della” Buona scuola”, argomento molto interessante sia per gli insegnanti precari che aspettano finalmente una legge che ponga fine al precariato e sia per quanti si aspettano una scuola più efficiente, più efficace, con una nuova governance, con personale formato, con una didattica aggiornata. Sicuramente, gli insegnanti precari aspettano con trepidazione che venga varata in tempi utili questa legge, ed essere immessi in ruolo dal 1° di settembre 2015. Sono stato sempre dell’idea che gli insegnanti debbano avere un ruolo stabile, per fare bene il loro lavoro e dare agli studenti la continuità didattica della quale hanno diritto. Mi chiedo se tutto ciò valga pure per i settori economici del nostro Paese, spendere del tempo e porre all’ordine del giorno, altri ambiti di primaria importanza (fra questi l’agricoltura) come si sta facendo giustamente per la scuola. Si potrebbero aprire dei confronti, conferenze stampa, pure per la Buona Agricoltura, che darebbe non solo speranza a chi coltiva oggi, ma anche un po’ di ossigeno ai settori collaterali, artigiani, commercianti , edili. Tanti lavoratori dell’edilizia non costruiscono più palazzi, lavorano in fabbricati di piccole dimensioni, fanno manutenzione e riparazione nei fabbricati esistenti, Quando l’agricoltura girava bene, tanti muratori e manovali avevano il lavoro assicurato, da quando è crollata l’agricoltura non a caso è crollata l’economia; attività artigianali che chiudono, commercianti che non riescono a mantenere la propria attività per mancanza di liquidità.
Tutto ciò è determinato, da una crisi agricola senza precedenti, perché mentre prima vi erano le banche che davano credito alle imprese, adesso si ostinano a concedere dei prestiti per fare fronte alle spese e mandare avanti le aziende Altra questione spinosa, i vari tributi, ad iniziare dall’imu e poi tutto il resto. Che senso ha, pagare l’imu a un aliquota così alta 10,10 per mille, come quella di Mazara del Vallo, se poi gran parte di quei terreni sta diventando pascolo? Quante difficoltà ci sono per irrigare quelle coltivazioni, a causa della rete fatiscente del consorzio Delia Rivolerli, c’è il rischio di perdere sia la produzione che le stesse piantagioni causando gravi danni ambientali. Quale sensibilità ha mostrato il Governo per questa provincia, con la produzione ridotta del 30- 40 per cento a causa della calura e delle peronospora, e non ha dato alcuna risposta per il risarcimento dei danni, mettendo a rischio sia i produttori agricoli che le cantine sociali, che si sono ritrovate con un ammasso in meno, che riscontrano quasi tutte liquidità da dare ai soci .
Questo stato di cose,si ripercuoterà, non di poco, sul contesto economico del nostro territorio. Perché non iniziamo a parlare pure della Buona agricoltura, ove ci sono buoni e capaci agricoltori, che sanno fare bene il loro lavoro, che nella loro vita hanno saputo fare i buoni agricoltori, però non sono mai stati buoni venditori. Non basta dare un piccolo aiuto, nel sostegno al reddito, che poi è davvero poco, se non si riesce a vendere il prodotto a un prezzo remunerato. Oggi, quasi tutto il prodotto viene conferito in cantina,la quale ha difficoltà a vendere ad un prezzo soddisfacente, per la concorrenza della Spagna e dei paesi terzi. Qualcuno si chiede come mai si sono trasferiti migliaia di ettari di catastini al nord Italia, mentre la zona vocata alla viticoltura per eccellenza, rimarrà la provincia di Trapani ? Diamo inizio ad una vera e propria protesta per ridare un po’ di dignità a questa economia, che oltre ad essere fatta di tanta agricoltura, induce pure l’edilizia e le varie attività artigianali e commerciali. Da qui si crea l’occupazione vera, si crea la vera ripresa di tutta l’economia. Oltre a parlare della Buona scuola, argomento prioritario per la crescita culturale e sociale , si inizi pure a parlare della Buona agricoltura., per dare speranza a rimanere in questa nostra bellissima terra, per non partire a cercare un lavoro in un luogo lontano
Il responsabile C.I.A.
Enzo Maggio