Succede ancora. In Sicilia, in Puglia, continuano ad arrivare, e a sbarcare indisturbati, navi cariche di grano straniero proveniente da Canada, Turchia, Russia, Spagna e Francia. I controlli non sono sufficienti a garantire che il prodotto non contenga glifosato e altre sostanze nocive per la salute umana. Per questo, il Movimento autonomista I Siciliani verso la Costituente, che racchiude 20 associazioni, ha presentato recentemente un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere maggiori indagini che possano stabilire ‘l’esatta tracciabilità del prodotto e di chi lo usa’.
L’esposto, come scrive BlogSicilia, è stato firmato da Salvo Fleres, coordinatore di Siciliani verso la Costituente: “I Siciliani hanno diritto a consumare grano non nocivo, a dispetto delle convenienze e delle connivenze di chiunque – dice Flerese – Nei nostri porti continuano ad arrivare carichi di grano in genere proveniente dal Canada, dove è noto che viene fatto maturare artificialmente, attraverso l’uso del glifosato. Non siamo noi a scoprire quanto ciò possa nuocere alla salute, dato che l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha catalogato il glifosato tra le sostanze potenzialmente cancerogene”.
Negli ultimi periodi sono state bloccate tante navi piene di grano che spesso non si sa né da dove proviene, né come è stato coltivato. E questo perché non esistono laboratori autorizzati al controllo in Sicilia. Il timore è che il grano, soprattutto canadese, sia trattato con il glifosato. E vista l’assenza di laboratori in grado di verificarne le esatte condizioni, cresce la preoccupazione: “Stranamente, nessun ente pubblico in Sicilia è accreditato per l’analisi del grano – dice Flerese – né l’Arpa, né le Università, né tanto meno l’Istituto regionale di Granicoltura, finanziato e controllato dalla Regione Siciliana, attraverso il competente assessorato”.
L’assessore regionale siciliano all’Agricoltura Edy Bandiera aveva assicurato i controlli: “Come metodo ormai consolidato monitoriamo tutti gli ingressi di prodotti agroalimentari nel territorio siciliano. Eravamo al corrente di questo arrivo già da alcuni giorni e siamo pronti in banchina con i nostri organismi di controllo. Come al solito, si procede con una verifica documentale sulla certificazione d’origine, dopo di che l’analisi visiva sul campione per verificare l’eventuale presenza macroscopica di agenti patogeni da quarantena e, infine, il campionamento della partita, al fine di verificare l’eventuale presenza di micotossine e glifosate, spesso utilizzato dal paese di provenienza per l’essicazione delle cariossidi”.
Il glifosato, insomma, è o non è dannoso per la salute, dato che la Iarc – l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms – l’ha catalogato tra le sostanze «potenzialmente cancerogene»? Dal primo gennaio la Francia ne ha vietato l’uso. Ma in Europa il glifosato è legittimamente ammesso, con la Commissione europea che ne ha autorizzato l’utilizzo fino al 2021, entro certe soglie e con determinate precauzioni per chi lo maneggia.
Anche nella pagina Facebook del parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, la notizia sull’importazione di grano è frammentaria: “Scandaloso! – scrive Corrao -. È attraccata ancora una nave carica di grano estero (dalla dubbia qualità…) al porto di Pozzallo in Sicilia. Questo business sulla salute e sulle tasche dei siciliani deve finire. Io sto facendo battaglie in Europa ma serve una mobilitazione di tutti”.
Insomma, chi controlla se il grano in arrivo nei porti siciliani contiene o meno glifosato?