Finanziati solo 212 progetti, a rischio 2mila posti nella Formazione Professionale in Sicilia
Formazione Professionale a rischio, degli oltre mille progetti presentati solo 719 sono stati ammessi a finanziamento ma al momento appena 212 riceveranno le somme per partire. La graduatoria degli enti che dovranno organizzare i corsi di formazione professionale (in coda all’articolo l’elenco dei corsi finanziati) lascia presagire una nuova polemica. Perché tra le sigle che si spartiranno circa 136 milioni sono esclusi enti storici. Tra gli enti premiati invece quelli più “giovani” che avrebbero risposto meglio alle nuove richieste dell’avviso: sinergia con le aziende per organizzare stage, promozione di corsi innovativi legati a settori strategici dell’economia.
In tutto i corsi attivati saranno circa 1.100 e dovrebbero coinvolgere secondo i calcoli dell’assessorato guidato da Bruno Marziano almeno 4 mila formatori, che si andrebbero ad aggiungere ai 1.800 stimati nei corsi dell’obbligo formativo. Sono 212 i progetti che si spartiranno 136 milioni di euro e che prevedono oltre mille corsi di formazione. Lo prevede la graduatoria provvisoria pubblicata dal dipartimento della Formazione guidato da Gianni Silvia. Al momento restano fuori sigle storiche come l’Anfe regionale, l’Enaip, alcuni progetti dell’Ecap di Messina. L’elenco è provvisorio: le sigle avranno una decina di giorni di tempo per discutere con l’amministrazione di eventuali errori nella selezione e dunque provare a rientrare nei finanziamenti.
In realtà la procedura prevedeva che gli stessi enti comunicassero le informazioni sul tipo di corso organizzato, sul numero di persone da assumere, sugli accordi stipulati con le imprese, e in base a questi elementi hanno ricevuto un punteggio. Tra gli ammessi invece spicca il Cerf, l’ente che ha ereditato il vecchio Cefop, al quale andranno circa 13 milioni. E ancora, il Centro studi Agorà, l’Enaip di Palermo, l’associazione Eris di Catania, il centro studi Aurora di Santa Flavia. L’assessorato guidato da Bruno Marziano ha elaborato una graduatoria che specifica nel dettaglio i punteggi raggiunti dai progetto voce per voce.
Cioè oltre al punteggio complessivo, è presente il dettaglio dei singoli criteri richiesti, come l’accordo con aziende private per consentire agli allievi di svolgere almeno 200 ore di stage in impresa. Per quanto riguarda il personale, gli enti hanno avuto punteggi aggiuntivi promettendo l’assunzione di personale con lunga esperienza nel settore, un modo per garantire l’assunzione di circa 4 mila lavoratori. “È la fine della formazione professionale in Sicilia. È una graduatoria falsata che oggi lascia fuori duemila persone. Non è vero che gli enti ammessi potranno assumere il personale di quelli esclusi, ci sono in ballo professionalità diverse. Faccio appello al presidente Crocetta affinchè intervenga per mettere ordine e tutelare il personale”. Lo afferma Paolo Genco, alla guida di Forma, l’associazione degli enti storici, che commenta così le graduatorie sui corsi di formazione.
E Francesca Bellia della Cisl scuola aggiunge: “Il governo regionale, in linea con quelli precedenti, non ha mai pensato e voluto una vera riforma del sistema della formazione professionale in Sicilia. Adesso è chiaro. Da anni avrebbero dovuto preoccuparsi di inserire regole certe di accreditamento e selezione di soggetti gestori, di orientare le attività e i progetti verso i reali fabbisogni del mercato del lavoro e della società siciliana, strutturare meglio i servizi formativi e del lavoro. Tutto questo non c’è. Se avessero pensato a questo avremmo potuto salvare gran parte dei posti di lavoro e riqualificando un patrimonio di centinaia e centinaia di operatori oggi alla disperazione. La politica non ha mai voluto questo perché preoccupati a consolidare il controllo della politica e dei politici sulla gestione degli enti, dei finanziamenti e dei bandi. Si consuma un crimine sociale e professionale epocale ricercato da tempo in nome dell’ingordigia e dell’approssimazione di questa classe politica regionale che parla di nuovo e pratica vecchi vizi. Chiederemo al Governo nazionale di fare adeguate anche la Sicilia a standard di certezza e qualità dell’offerta formativa per i giovani e meno giovani siciliani”.
fonte: www.gds.it