Figure giganti e capolavori cancellati, ultimi giorni della mostra antologica su Sarnari
Grande affluenza di pubblico, durante tutta l’estate, al Convento del Carmine di Marsala dove è in corso la mostra antologica su Franco Sarnari. Ultimi giorni per visitarla prima della chiusura programmata per il prossimo 4 ottobre. Un percorso lungo cinquant’anni di carriera, che Sergio Troisi, curatore della mostra, ha pensato in sessanta opere. Le diverse opere monumentali, fiore all’occhiello dell’esposizione, hanno reso il progetto unico e attirato migliaia di visitatori, moltissimi i turisti e gli appassionati d’arte stranieri. Un autore degli anni Trenta, Sarnari, che ha attraversato tutto il Novecento e che oggi è da considerarsi uno tra i maggiori pittori italiani da riscoprire, così come sostiene David Gariff, docente alla National Gallery di Washington, autore del testo critico in catalogo, affiancato alla presentazione di Troisi.
Già a sei anni, in una famiglia umilissima, disegnava sulle strade vuote di Roma figure di santi grandi decine di metri, cercando i pezzi di gesso tra gli scarti della vicina fabbrica, e prendendo resti di carbone dalle stufe per fare i chiaroscuri. Un talento naturale. Sarnari, dopo le grandi attenzioni della critica degli anni Sessanta, ha scelto di allontanarsi dai salotti intellettuali stantii per continuare una ricerca pura, trasferendosi così in Sicilia agli inizi degli anni Settanta, dove tutt’ora vive e lavora.
La mostra “Addizioni e Sottrazioni” è un percorso antologico il cui titolo indica un’azione additiva di elementi pittorici e prospettici oppure sottrattiva di equivalenti riferimenti. Una sintesi del modo di agire di Sarnari, a volte di annullamento e a volte di ricostruzione, in certi casi di progettazione e in altri di sottrazione delle strutture.
Sergio Troisi, che ha seguito il lavoro di Sarnari sin dagli anni Ottanta, scrive in catalogo: “L’approdo a un’idea di pittura come parete da definire ed esplorare, a una superficie che, ancora un ossimoro, contiene in sé la percezione della profondità – di una profondità non prospettica, naturalmente – è quindi l’esito che già in questo scorcio finale degli anni Sessanta, Sarnari persegue consapevolmente, non curandosi degli equivoci critici disseminati sul cammino. Non soltanto in relazione all’uso di uno sguardo fotografico relativamente all’inquadratura decentrata e all’ingrandimento, ma anche in merito ai pigmenti e alla processualità di stesura che più volte, lo si è già visto, ha fatto tirare in ballo il nome di Seurat”. La mostra, organizzata dall’Ente Mostra di Pittura del Comune di Marsala, in collaborazione con Tecnica Mista, rimarrà aperta fino al 4 ottobre. Si consiglia di telefonare prima della visita, dato il fitto programma di attività del Convento del Carmine, come la presentazione di libri, conferenze e spettacoli, che spesso riempiono le sale e lo splendido chiostro. Info 0923713822