Ferrovie da far invidia… neanche al terzo mondo. La senatrice Orrù è intervenuta presso il Governo
Le ferrovie in Sicilia sono considerati "rami secchi"; perchè scarsamente produttive. Ma come possono produrre senza assicurare il benché minimo servizio
Sempre più disastroso il panorama ferroviario della Sicilia; gli ultimi tagli delle Ferrovie dello Stato mettono in pericolo la continuità territoriale. Resteranno, infatti, solo due treni, tra l’altro notturni, a collegare la Sicilia con Roma. Il resto è stato tagliato: niente Milano e di giorno ci si fermerà a Messina o Villa per attraversare lo Stretto, bagagli in mano.
Questo è il piano che Ferrovie dello Stato ha presentato e che, malgrado la protesta della Regione Sicilia, nessuno se ne infischia più di tanto. Mentre nel nord italia si rischia la “guerra civile” per l’alta velocità non voluta in Sicilia si continua a camminare alla velocità del cavallo, in alcuni tratti talmente vecchi ed obsoleti di linee ferrate che vano percorse a meno di 50 chilometri orari. Per non parlare poi dello storico record di circa 5 ore, salvo ritardi, per congiungere Marsala con Palermo. E pensare che in auto vi si impiega meno di un’ora, sono appena 123 chilometri, di cui più di venti su statale trafficatissima.
La “nostra” linea veloce per Palermo, la cosiddetta via Milo, da quasi due anni risulta interrotta dal crollo di un ponte e dalla ferrea volontà dei vertici delle Ferrovie dello Stato a non voler intervenire. Essi, questi sono i rami secchi, non si fa carriera a promuovere la modernizzazione delle tratte, il raddoppio dei binari, l’elettrificazione dei vettori, l’alta velocità, le stazioni aperte, i convogli puliti, le carrozze termo condizionate, le prese elettriche il Wi-Fi, il servizio ristorazione sulle lunghe tratte.
Questi sono privilegi per i cittadini di serie A. Qui è già tanto se si garantiscono treni lenti, vecchi e fatiscenti, spesso e volentieri anche sporchi e puzzolenti, per studenti, dipendenti pubblici e privati pendolari su breve tratta una cinquantina di chilometri al massimo per percorrerli in quasi un’ora; e per extracomunitari per lo più privi di biglietto che percorrono a rate, di fermata in fermata, il loro viaggio.
Roba da far rabbrividire. E pensare che Marsala è sempre in Italia, i suoi cittadini pagano le tasse nella stessa misura di chi vive oltre lo Stretto o al riparo delle Alpi. La cosa assai drammatica è che si parla tanto di sviluppo turistico del territorio, ma con quali infrastrutture e servizi? Qua negli ultimi 50 anni non è cambiato quasi nulla, anzi il servizio ferroviario è sicuramente peggiorato.
La senatrice Pamela Orrù ha presentato un’interrogazione urgente al Ministro dei Trasporti sull’intenzione delle Ferrovie dello Stato di sopprimere alcuni treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia, ledendo così il diritto alla mobilità dei cittadini ed il principio di continuità territoriale sancito dalla Costituzione. La parlamentare trapanese ha sollecitato l’intervento del Governo per “scongiurare un’ulteriore penalizzazione dell’offerta di mobilità da e per il territorio siciliano a tutt’oggi ancora ben lungi dall’essere all’altezza di adeguati livelli di efficienza. Il nuovo piano – si legge nell’atto ispettivo, sottoscritto da diversi parlamentari – prevederebbe, a partire dal prossimo mese di giugno, la soppressione delle navi che garantiscono il traghettamento dei treni da e per il territorio siciliano. Pertanto, i passeggeri in arrivo e/o in partenza dovranno scendere dal treno a Messina o a Villa San Giovanni e proseguire il viaggio via traghetto per poi riprendere nuovamente il treno”.
La senatrice trapanese Pamela Orrù, parlamentare del Partito Democratico è intervenuta altresì presso l’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, ingegnere Gentile, il quale ha sottolineato che la riduzione di parte dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia in realtà costituirebbe un progetto di rimodellazione dei servizi legato alla mancanza di copertura finanziaria per il traghettamento dei convogli. Inoltre il progetto di rimodellazione, ha rassicurato la parlamentare trapanese, è stato accettato dalle delegazioni della Regioni Sicilia e Calabria, e dei sindaci di Messina, Villa S.G., Reggio C.. in una riunione che si è tenuta presso il MIT.
“Secondo quanto reso noto in audizione – scrive Pamela Orrù nel suo atto ispettivo – il predetto progetto di rimodellazione, che dispone la soppressione del traghettamento dei treni passeggeri diurni, e la loro sostituzione con 18 corse veloci, sarebbe stato discusso nel corso di una riunione e accettato dalle parti. Ciononostante la soppressione dei collegamenti – ha rimarcato l’Orrù – rischia comunque di ledere il principio di continuità territoriale, nonché aggravare una già pesante situazione economica, determinando un ulteriore fattore di isolamento del territorio siciliano e incidendo altresì sull’offerta turistica della regione con pesanti ricadute sui livelli occupazionali”.