Federpesca Mazara incontra il sindaco
Il vicepresidente di Federpesca Luigi Giannini, accompagnato dai rappresentanti dell’Associazione armatoriale Progetto Pesca del Mediterraneo, Santino Adamo e Dario Rustico, è stato accolto a Mazara del Vallo dal Sindaco Nicola Cristaldi per affrontare i temi spinosi che riguardano il comparto della pesca e per tracciare le linee guida per il rilancio del comparto.
“La pesca da sempre rappresenta per la Città di Mazara del Vallo un settore economico di fondamentale importanza – sostiene Luigi Giannini vicepresidente di Federpesca – e non può essere lasciato in stato di abbandono; al contrario necessita di nuova linfa per rilanciarsi. È intanto necessario interrompere l’assurda politica delle demolizioni e ripartire dalle imbarcazioni presenti per un nuovo slancio. I lavori che a breve interesseranno il porto canale e la messa in funzione del mercato ittico devono rappresentare i punti di rinascita del comparto”.
Il Sindaco Nicola Cristaldi, accogliendo il dr. Giannini di Federpesca, ha chiesto che “la più importante associazione a tutela della pesca italiana e delle imprese della filiera ittica, porti all’attenzione del Governo le legittime rivendicazioni della pesca siciliana e mazarese in particolare”.
I punti prioritari e non più rinviabili sono contenuti nel documento programmatico condiviso dall’amministrazione comunale per il rilancio della pesca:
1) Rilancio e riaffermazione della politica del riposo biologico come condizione necessaria ed indispensabile per assicurare il ripopolamento ittico e quindi l’esistenza dell’impresa pesca.
in tal senso si formula la proposta di una nuova modalità di effettuazione del riposo biologico basata sul vincolo che non consenta l’esercizio della pesca per più di 210 giorni l’anno e contestualmente individuare specchi acquei da inibire In sostanza il peschereccio sarebbe collocato in disarmo per 150 giorni l’anno, con la riduzione delle tasse relative che resterebbero agganciate ai soli giorni di attività.
2) Revisione del piano regionale della pesca attraverso il coinvolgimento delle marinerie siciliane al fine di consentire il sostenibile sfruttamento dei mari e l’eliminazione di un sistema discriminatorio nei confronti delle marinerie che tradizionalmente esercitano la pesca in banchi secolari, riportando il limite di inibizione alla pesca entro le 3 miglia dalla costa e non entro le 12 miglia come avviene attualmente in base a regolamenti che qualcuno vorrebbe prorogare per altri 6 anni.
3) La politica della demolizione fine a se stessa sta ponendo forti limiti, stante che pur ‘risolvendo’ parzialmente le difficoltà economiche dell’impresa proprietaria del natante, si finisce coll’eliminare un mezzo che fornisce lavoro ed occupazione.Tale politica di demolizione dovrebbe tenere conto della necessità di mantenere e rilanciare la cultura dell’impresa collegata alla pesca. In sostanza dovrebbero prevedersi agevolazioni in favore di quelle imprese disposte a demolire i vecchi natanti ed a ricostruire nuovi mezzi di dimensioni inferiori e di minore potenza. Particolari agevolazioni dovrebbero essere previste per quegli imprenditori che demolendo il natante s’impegnino a reinvestire almeno il 70 per cento delle somme ricavate nel settore ittico.
4) E’ necessario mettere in atto una strategia di valorizzazione del sistema peschereccio attraverso la ricerca scientifica indirizzata all’individuazione di sistemi tecnologici legati al minor consumo di carburante ed al minor tasso di inquinamento.
5) Individuazione di misure, anche finanziarie, per sostenere l’impresa relativamente agli esosi costi del carburante. Tale misura diventa necessaria per sostenere l’esistenza dell’impresa. Tale norma potrà essere attuata transitoriamente sino all’attuazione dei punti suindicati.
6) Problematica relativa alla presenza di barconi naufragati nel Canale di Sicilia che spesso provocano danni ingenti alle reti ed attrezzature da pesca con la perdita delle stesse attrezzature e del pescato. Occorre che l’Unione Europea riconosca tali danni alle imbarcazioni da pesca e che si faccia carico di un congruo risarcimento.