Export, 2017 d’oro per la Sicilia: merito dei prodotti petroliferi ed enogastronomici

Banca d’Italia: export siciliano vola. Registrato un incremento del +30% che ha interrotto quattro anni consecutivi di calo. Valgono 2,6 dei 9,2 miliardi di euro complessivi. Bene anche l’agroalimentare

Anno d’oro, il 2017, per l’export siciliano. Secondo quanto evidenziato dalla Banca d’Italia, la Sicilia ha chiuso lo scorso anno a +30%, interrompendo quattro anni consecutivi di calo. La crescita è stata trainata dal valore delle vendite dei prodotti petroliferi (+44%), che ha beneficiato soprattutto di prezzi medi di vendita decisamente più elevati, accanto a un incremento moderato delle quantità esportate. Importante aumento anche per il settore non oil (+15%), sostenuto dall’export di sostanze e prodotti chimici e, in misura minore, dall’elettronica e dalla farmaceutica, e lieve flessione, invece, per il comparto agroalimentare (+6,5%), che però continua a registrare un andamento positivo. È interessante notare come la Sicilia si trovi all’11esimo posto in Italia per l’export di bevande (soprattutto vino) e prodotti alimentari. Proprio dal vino, poi, arrivano importanti conferme, con un +20% che ha fatto balzare la regione al primo posto nella classifica nazionale. I ricavi maggiori invece derivano dal settore ortofrutticolo, con un aumento del 5%. Successo anche per l’olio e per il pescato.
In forte espansione, quindi, le esportazioni verso i paesi Ue, soprattutto per il contributo della Spagna e delle nazioni fuori dalla zona euro, ed extra Ue, in particolare verso i paesi africani e asiatici, nei quali l’isola registra uno degli incrementi più alti di Italia. Il fatturato delle vendite all’estero è così salito a 9,2 miliardi di euro (di cui 2,6 miliardi è il valore dei prodotti petroliferi), a fronte dei 7,1 miliardi del 2016, accanto a un consistente aumento del capitale relativo al settore delle importazioni, per un valore complessivo di 14 miliardi di euro nel 2017, contro gli 11 miliardi fatturati nell’anno precedente. Dinamica confermata anche dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, che ha stilato una classifica delle province isolane che più hanno contribuito al boom delle esportazioni. Al primo posto troviamo Siracusa a +41,8%, in riferimento ai numeri del 2016, seguita da Catania (+24,6%), Messina (+23,3%), Agrigento (+16%) ed Enna (+7%).
“Il risultato ottenuto dalla Sicilia nel 2017 – ha commentato il segretario generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – è al di sopra del dato medio nazionale e posiziona l’Isola in testa tra le regioni con la maggiore crescita. Dopo anni bui, l’export regionale torna a crescere – ha aggiunto – immettendo sui mercati stranieri la qualità del made in Sicily prodotto dalle nostre imprese che, sono i numeri a dirlo, vengono sempre di più apprezzate all’estero”. Tanti i prodotti siciliani che segnano grosso successo all’estero. Al primo posto, gli arancini, seguiti dalla Caponata, considerato nel resto del mondo il piatto simbolo della sicilianità. In questa classifica, entra anche il baccalà e, in generale, tutto il pesce siciliano. Posizioni record anche per l’olio, i capperi, il pomodoro e il pistacchio, sempre presente nella lista dei prodotti isolani preferiti all’estero.
Ottime notizie, per altro, per il vino siciliano in riferimento al 2018. Le previsioni, infatti, parlano di 60 milioni di imbottigliato contro i 29,5 dell’anno scorso. Una crescita incredibile, merito del recupero di molti vitigni autoctoni, dell’Impegno nella promozione e della tutela dei prodotti della Doc Sicilia.
Fonte: www.qds.it
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