Ex Provincia di Trapani: il Commissario del Libero Consorzio di Trapani, difficoltà ad operare con i fondi pubblici
Si continua a discutere sulle disciolte province regionali siciliane e, mentre si allargano le fila di quanti sono scontenti, di tanto in tanto giungono dal fronte opposto, incitamenti ad andare avanti o esempi di gestioni oculate volte al risparmio forzato. Vero è che la spending review impone drastiche misure per il risparmio, ma lasciare nel pantano un’intera Isola è tutt’altra cosa. Le 9 Province Regionali, ritenute dal Presidente enti vecchi, obsoleti e incancreniti da un sistema affaristico-politico e talvolta anche imprenditoriale-mafioso, sono state cancellate dall’oggi al domani con un colpo di spugna. A loro posto sarebbero dovuti nascere i consorzi di comuni, ma ad oggi si è solo assistito alla sostituzione di organi collegiali che rappresentavano la democrazia decentrata, come il consiglio, la giunta e il presidente, con la designazione di commissari straordinari con poteri eccezionali, ma soprattutto vicini al Governatore della Sicilia. Per come dire che, in Sicilia, organi di decentramento amministrativo democratico, sono stati trasformati in preziose poltrone di sottogoverno da “fortunato” di turno. La cosa assai più grave è che si è paralizzata la vita amministrativa degli Enti che a loro volta, a cascata, sono andate in tilt tutte le aziende partecipate, co-finanziate e/o sovvenzionate. Guai a far di tuta l’erba un solo fascio. Ci sono Amministratori ed Amministratori. E fra i Commissari dei Liberi Consorzi c’è pure chi si distingue sul campo. E’ il caso del magistrato Antonio Ingroia che gestisce l’ex Provincia di Trapani. In una nota una nota diramata ai mezzi di comunicazione, così scrive: “Nei giorni scorsi ho fatto in modo che quanto avevo annunciato fosse mantenuto. Ho informato, con una lettera, il presidente del Consorzio Universitario di Trapani che la nostra revoca del recesso dalla partecipazione non è solo virtuale, ma concreta, e perciò ho disposto che 400.000 euro del nostro pur magro bilancio vengano destinati alla nostra Università. Ecco un modo per contribuire concretamente a scongiurare il rischio di chiusura del polo universitario, patrimonio culturale, ideale e professionale di questo territorio. Attendiamo ora che la Regione ci dia una mano per completare il nostro intervento. Nei giorni scorsi ho anche firmato una delibera che riguarda la revoca di un altro recesso, quello dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina. Anche a Gibellina torneremo nel cda della Fondazione e vedremo come meglio concretizzare il nostro contributo. Avrei voluto fare molto di più, ma le note difficoltà finanziarie della ex Provincia di Trapani non me lo consentono. Sono però convinto che in una terra martoriata dalla criminalità organizzata, la cultura e la tutela del diritto allo studio siano armi indispensabili per la cultura della legalità. E perciò rinnovo l’appello a Stato e Regione perché mi aiutino a riaffermare cultura e legalità e a lottare in questa terra contro l’incultura e l’illegalità del sistema mafioso di Matteo Messina Denaro”. Interventi del genere, in un panorama politico istituzionale difficile quale quello di oggi, non sono facili da portare avanti. E che a proporli è un Commissario Straordinario la cosa è ancor più apprezzabile.