“Effetti” coronavirus a Marsala: negozi cinesi chiusi

Marsala come Palermo: i cinesi abbassano le saracinesche a causa del coronavirus.

Sarà pure una forma di isteria di massa, ma la paura di essere contagiati da COVID-19-, il famigerato coronavirus, si estende a macchia d’olio, anche in territori non direttamente interessati. Pure Marsala non è rimasta immune alla psicosi della pandemia (acquisti smisurati di cibi a lunga conservazione, razzia di mascherine, amuchina e detergenti).

Come è avvenuto a Palermo prima (tre persone infette) e a Catania dopo (una donna positiva al tampone), pure bella città Lilybetana si intravedono misure di prevenzione forse un tantino esagerare soprattutto fra gli operatori sanitari dove guanti e mascherine hanno fatto la loro comparsa. Anche fra la gente, l’usanza di salutarsi calorosamente con forti abbracci, salde strette di mano con doppio bacio sulle guance è stata “bandita” dalle normali pratiche di vita quotidiana.

Ora si registra, a Marsala, la “strategica” chiusura per ferie dei negozi cinesi. Tale scelta, magari motivata per altri motivi, non nasconde il fatto che la locale comunità cinese sia pure essa impaurita. Da due giorni i grossisti cinesi di Palermo hanno deciso di chiudere le proprie attività commerciali e di ristorazione per paura. La stessa cosa sicuramente sta avvenendo a Marsala e forse altrove.

Ecco  cosa riporta una nota dell’ansia, Agenzia Nazionale Stampa Associata (agenzia d’informazioni giornalistiche), su quanto accaduto a Palermo: “I commercianti cinesi chiudono i negozi per paura del contagio da Coronavirus dai turisti e dai palermitani dopo la scoperta di tre persone positive al virus influenzale. Almeno fino a lunedì prossimo, molti negozi nelle zone di via Maqueda, Lincoln e Ballarò, ma anche negozi del centro vicini al porto, e ristoranti, hanno deciso di chiudere. Su molte saracinesche appare la scritta “Chiuso per ferie” in altre vi sono numeri di cellulare. I negozi cinesi non chiudono normalmente neanche ad agosto. La comunità cinese di Palermo aveva gestito l’isolamento volontario di alcuni concittadini che erano tornati dalla Cina e si erano messi in quarantena da soli. “Ieri – racconta un commerciante cinese – i maggiori grossisti del commercio cinese palermitano si sono incontrati in un locale per un aperitivo. Lì hanno notato un gruppo di turisti provenienti da Bergamo. Tra una chiacchiera e l’altra, i turisti hanno precisato di non essere arrivati con lo stesso gruppo che attualmente si trova in quarantena a Palermo, svelando il loro percorso turistico tra le vie del centro storico, proprio nelle zone dove il popolo delle lanterne rosse ha la maggiore densità di negozi”. Un particolare che non è sfuggito ai commercianti cinesi, perché a distanza di poche è cominciato il tam tam, e già stamattina l’85 per cento dei negozi del centro ha abbassato le saracinesche. Spiega il commerciante: “Si tratta di una misura precauzionale per tenere lontano il rischio contagio che potrebbe arrivare dai turisti incontrati nel locale e dai clienti italiani venuti in contatto con loro”.

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