Dubbi, ombre e “sospetti” sull’accorpamento; Santangelo: “Nessuno tocchi Birgi”
“Nessuno tocchi Birgi”. Il monito è del portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo. Il senatore trapanese, dopo tre interrogazioni presentate nel 2014, 2015 e 2016, lo scorso 3 agosto ha ricevuto una risposta, dal Vice Ministro Nencini del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tardiva e insoddisfacente. Si ha l’impressione che il destino dello scalo trapanese sia stato scelto da tempo ed il continuo silenzio delle parti in causa, con l’avallo della politica, ne sono la dimostrazione. Tante chiacchiere e pochi fatti per raggiungere quell che comunemente viene chiamato punto di non ritorno, ovvero il momento in cui tutto crolla e l’unica strada percorribile rimane l’accorpamento con l’aeroporto palermitano.
Pure il senatore Santangelo ha avvertito qualcosa di strano attorno al risanamento dei conti in rosso dell’Airgest ed il rilancio dello scalo per il raggiungimento dei 2 milioni di transito nel breve periodo e quota 3 negli anni a venire. In particolare, il senatore, si sofferma sul contraddittorio scaturito da quanto riportato dal Ministero – in merito al monitoraggio dell’ENAC – su Airgest e sull’amministrazione dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani-Birgi con quello rilasciato dal presidente (ENAC) Riggio al Giornale di Sicilia, conferma – quanto peraltro già emerge dai bilanci -: “I costi sono troppo alti per la gestione dello scalo e per raggiungere il pareggio di bilancio bisognerebbe fare almeno un milione di passeggeri”.
Santangelo su quest’ultima asserzione rimane perplesso visti i dati medi degli ultimi tre anni dal 2014 al 2016 che hanno visto transitare in media un milione e cinquecento di passeggeri, per non parlare della quota di 1.878.557 passeggeri raggiunta nel 2013.
Santangelo crede che sia una questione rilevante chiarire questi aspetti numerici, a partire anche dai tagli di molti voli fatti arbitrariamente dalla stessa Ryanair.
La compagnia aerea irlandese, per come asserito dal Presidente dell’ENAC “agisce praticamente in una condizione di quasi monopolio a Birgi, ha tagliato molti voli e molti dei comuni del trapanese non vogliono coprire le spese di mantenimento dello scalo”.
Un dato è certo anche al 31 dicembre 2016, l’ultimo bilancio approvato da Airgest è stato negativo, pari a meno 2.438.931 euro, anche se i passeggeri sono stati superiori ad un milione. Al senatore trapanese nasce spontanea la domanda: “Come mai i conti al Trapani Birgi sono sempre in rosso”?
Insomma i numeri non mentono e sicuramente l’aeroporto di Trapani-Birgi ha una “nube grigia” da diradare in tutti i sensi. I conti, pare, che non tornino da tempo nella gestione dello scalo trapanese, ad iniziare dai “vergognosi” piani di coomarketing “imposti” dagli irlandesi che sono pesati, negli anni, per svariati milioni di euro nelle casse pubbliche di diversi Enti (Regione, Provincia, Consorzio, Comuni, Camera di Commercio).
“Perchè – si chiede Santangelo lo stesso – Riggio parla di società uniche per la gestione degli aeroporti mediante l’accorpamento di Palermo e Trapani e di Catania e Comiso”?
“Troppi lati oscuri da chiarire – evidenzia Santangelo -, tutto sembra strumentale per arrivare a giustificare un accorpamento con Palermo, cosa questa già avvenuta per il porto di Trapani”.
Una cosa è certa, per mantenere alta l’appetibilità turistica dei nostri territori, occorre potenziare gli Aeroporti minori, aumentarne il traffico aereo, incentivare nuove tratte, far transitare un numero sempre maggiore di viaggiatori. Altro che creare “subdole” dipendenze. Gli accorpamenti vanno fatti senza situazioni di precarietá, ma per il raggiungiento di nuovi traguard,i sfruttando il valore aggiunto della sinergia.
Si ha l’impressione, invece, che si tenta di tarpare le ali al Trapani Birgi e al Comiso, e dirottare i fondi pubblici sulle aziende che gestiscono gli scali di Palermo e Catania. Altro che processo di miglioramento, in corso vi sarebbe tutto l’opposto. Gli aeroorti minori vanno invece sostenuti ed intercalati neipiani delle opere pubbliche per la realizzazione delle infrastrutture a sostegno come reti stradali e ferroviarie, porti ed attracchi turistici, mezzi di trasporto pubblici. etc., oltre agli alberghi e agli eventi. Questa è la sana politica del territorio di cui ha bisognoTrapani ed i suoi 24 sonnolenti centri dell’hinterland”‘
Insomma, per il dirla alla Santangelo: “Nessuno tocchi il Trapani Birgi”. L‘aeroporto è un punto di forza e da questo bisogna ripartire