Doc Marsala, la Florio esce dal consorzio
La lettera è stata recapitata agli altri soci del consorzio pochi giorni fa. La Florio, la storica cantina di Marsala, lascia il consorzio volontario della Doc Marsala.
La Florio è il Marsala. E il Marsala è soprattutto Florio. E quindi, fatte le debite proporzioni, è come quando la Fiat uscì da Confindustria. Insomma, un’uscita rumorosa. Dall’azienda nessuna spiegazione ufficiale se non quella un po’ laconica che “i troppi impegni non ci consentono di dedicare energie alla presenza e alle attività del consorzio”. Sì, perchè oltre all’uscita dal consorzio da parte della Florio, si registrano anche le conseguenti dimissioni di Giuseppe Ingargiola, dipendente della stessa Florio che del consorzio era anche il presidente. La Florio è da quasi un trentennio circa (fino al ’98 in comproprietà con altri soci) di proprietà della Illva di Saronno che in Sicilia è anche proprietaria della Duca di Salaparuta.
Oggi tra le tante etichette di vini dolci produce oltre due milioni di bottiglie di Marsala dove a far la parte del leone è il Vecchio Florio nelle due versioni secco e dolce. Il consorzio esiste da parecchio tempo ma non ha il riconoscimento del ministero. Tecnicamente infatti é un consorzio volontario. Raggruppa meno di dieci produttori. Tra i nomi, oltre a Florio oggi in uscita, c’è Pellegrino (l’altro brand molto noto e una produzione di Marsala per meno di due milioni di bottiglie con volumi complessivi maggiori). E poi, altre aziende come Buffa, Lombardo, Pipitone e Spanò e Mirabella. L’uscita preoccupa non poco proprio la Pellegrino. L’amministratore delegato della cantina, Benedetto Renda (che è anche vice presidente del consorzio) spera in un ripensamento e manifesta in una lettera inviata proprio ieri la disponibilità a discutere con la famiglia Reina, proprietaria della Florio, per comprendere meglio le ragioni dell’uscita e chiedere così un dietrofront. Il consorzio volontario vive dei contributi dei soci e di tanto in tanto di fondi pubblici da dedicare ad azioni promozionali.
Ma all’orizzonte potrebbe profilarsi quel riconoscimento del ministero che potrebbe dare al consorzio uno status più compiuto. In tal senso Renda annuncia che il testo unico sul vino in discussione tra Camera e Senato potrebbe prevedere il riconoscimento. Poco tempo fa aveva creato qualche scossone la proposta dell’assessore all’Agricoltura Nino Barraco del Comune di Marsala di modificare il disciplinare per dotare il Marsala anche del marchio Docg a patto di rivedere le regole per la produzione. Dopo qualche settimana Barraco si è dimesso dalla giunta comunale.
FONTE: CRONACHEDIGUSTO.IT