Dispersione scolastica a Marsala, il “fallimento” della Scuola

Chi ha la velleità delle classi d'élite che porti via i propri pargoli nelle scuole private, piuttosto che "privatizzare" certe sezioni

scuola-dispersione-scolastica-marsala-Dispersione scolastica a Marsala, il “fallimento” della Scuola. Riceviamo, e pubblichiamo di seguito in forma integrale, una lettera dell’ex consigliere comunale Lillo Gesone, gestore di un noto locale nei pressi di Porta Nuova. E’ una lettera che lascia l’amaro in gola,  perchè “fotografa” in maniera nuda e cruda il falso perbenismo di una città bigotta, dove l’istruzione non è uguale per tutti, dove certi dirigenti scolastici coltivano l’hobby di “formare”, non i ragazzi; bensì le classi dei rampolli della scomparsa nobiltà mista ai pargoli dei nuovi magnanti dell’economia e dei figli di eccelsi professionisti.

A Marsala si ricorre alla raccomandazione persino per scegliere la sezione in cui essere formato. Assurdo? No, è tutto vero! Purtroppo vi sono le classi per l’élite e le classi per la gente comune. E guai a trovarsi per sbaglio nella classe sbagliata, si finisce per essere isolato non solo dai ragazzi che ostentano la loro agiatezza da ogni poro, ma anche da certi docenti che li valutano più per l’estrazione sociale che per le qualità dei soggetti. Si staranno indignando, in questo momento, i “baroni” della scuola marsalese per quanto stiamo riportando sul nostro sito.

A questa gente che ostenta tanto i buoni principi per poi razzolare male, il più cordiale invito ad una auto-riflessione, un semplice “atto di coscienza” nella speranza di poter capire come “rovinano” la vita ai giovani in difficoltà, a quelli che hanno lacune culturali perchè non possono permettersi le lezioni private, a quelli che sono stati “scartati” dal “gruppo dominante” della classe. Adesso BASTA cari Prof; ogni ragazzo che si allontana dalla scuola è la testimonianza vivente del vostro più grande fallimento professionale. Ogni ragazzo “perso” è un peso che vi portate sulla coscienza.

La nostra redazione, su questo portale o in tv sui canali 93 e 629 del digitale terrestre di Video Sicilia, affiancherà chiunque abbia delle idee, progetti, iniziative per combattere il fenomeno della dispersione scolastica e per “minare” le basi di questo insano modo di gestire la scuola pubblica. Chi ha la velleità delle classi d’élite che porti via i propri pargoli nelle scuole private, piuttosto che “privatizzare” certe sezioni con la gravissima complicità di taluni dirigenti “corrotti” e di certi “ignobili”docenti che si prestano a meschini giochi di potere. La Scuola, quella vera, è una grande istituzione al servizio di tutti e nessuno deve arrogarsi il diritto di: operare in maniera distolta o rendere la vita difficile ai più umili, ai meno ambienti, agli emarginati, a coloro che hanno maggiormente bisogno di aiuto.

 

La lettera di Lillo Gesone

 

SANYO DIGITAL CAMERAEgregio Dott. Bologna,
Oggi e nei giorni avvenire riapriranno tutte le scuole e proprio per mi preme raccontarle le vicende di Salvatore ( è un nome di fantasia), un bambino di 12 anni. Salvatore vive in una famiglia disagiata: padre in galera, madre disinteressata ai figli e fratello ai domiciliari. L’unico ambiente che potrebbe essere il punto di riferimento e ancora di salvezza di questo piccolo cittadino è la scuola. Ma Salvatore frequenta la scuola media e anche lì ha dei problemi: non studia e spesso litiga con i compagni e visto il mancato sostegno della famiglia a scuola non vuole andare più.
Qualche docente di Salvatore è contento che lui non frequenti, sa perché? Perché Salvatore puzza, la sua condizione igienica non è delle migliori e poi disturba, litiga con i compagni, rende difficile il compito degli insegnanti. La scuola media è però scuola dell’obbligo e se il ragazzo non frequenta bisognerebbe chiamare i carabinieri. Ed ecco il suggerimento di un docente per salvare “capra e cavoli” e fare contenti tutti: basta che Salvatore vada a scuola un giorno ogni due settimane per evitare la denuncia.
Il risultato è questo: Salvatore ora vive la maggior parte della sua giornata per strada a scroccare sigarette e farsi prestare qualche euro per comprare un litro di vino. E questo a soli 12 anni!
Caro commissario se le capita di vedere un ragazzino ubriaco di pomeriggio al cassero, quello è Salvatore.
Ma questa è la storia di un ragazzo di periferia, di un quartiere popolare, e il nostro cinismo ci fa forse pensare che è “normale”, scontato che sia così.
Invece Claudio ( sempre nome di fantasia) è un ragazzo che frequenta una scuola media del centro. Claudio ha padre e madre disoccupati, ha la faccia d’angelo, ma è isolato, emarginato dai compagni con i quali spesso finisce col fare a botte; non è considerato dai docenti, tant’è che una mattina è davanti alla scuola, ma non entra, è completamente “sballato”, si è fumato una “canna” e rimane li davanti alla scuola seduto su una panchina e nessun professore o dirigente è uscito dall’edificio per farlo entrare, per capire se avesse bisogno d’aiuto.
Claudio è meglio che non entri, rovina l’immagine della scuola, il dirigente ha reso la scuola bella, con tante iniziative e attività, la migliore di Marsala, ma questo può essere o meglio apparire solo scartando i “problemi”. Questa è di fatto una scuola di classe anzi classista. Caro commissario, Claudio come può immaginare non ha preso nemmeno la licenzia media e ora passa il tempo a fare piccoli furti e naturalmente piccolo spaccio .
Egregio commissario la prego di indagare su chi e come gestisce l’osservatorio per la dispersione scolastica, chieda se i docenti responsabili delle classi hanno fatto le segnalazioni per i minori che non frequentano, chieda perché le segnalazioni alle autorità competenti sul mancato obbligo di frequentazione vengono fatte alla fine dell’anno e non quando si capisce che il ragazzo già non frequenta più. Ed infine si chieda perchè la scuola marsalese è diventata classista e quello che conta è il reddito o il blasone della famiglia.
I docenti e i dirigenti hanno sulla coscienza decine di giovani vite che hanno preso la strada, quella cattiva, per maestra.
Mi permetta di concludere con due frase di Don Milani: Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati.
(* La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli.

Cordialmete


Lillo Gesone

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