Il disegno di legge Orrù per non “penalizzare” ulteriormente le vittime di violenza domestica

Una serie di misure idonee a fornire alle vittime di violenza domestica e di genere la possibilità di vivere la propria autonomia economica e psicologica con il sostegno di una specifica figura – il “tutor” – che le accompagni e le assista in questo percorso. Questo il contenuto del disegno di legge presentato in Senato, lo scorso 11 gennaio, dalla senatrice trapanese Pamela Orrù. Il ddl presentato dall’esponente del PD, frutto di un’elaborazione comune svolta con l’associazione trapanese Co.Tu.Le.Vi., nasce dal confronto con le esperienze di centri e sportelli antiviolenza che sono quotidianamente in prima linea contro la violenza sulle donne ed è stato sottoscritto da altri 46 senatori.

L’intento è quello di recepire, per superarle, le difficoltà attualmente segnalate dagli operatori nel contrasto al fenomeno introducendo ulteriori strumenti giuridici. Centrale, in questo senso, è la figura del “tutor” che affiancherà la donna vittima di violenza nel percorso di recupero della propria libertà e integrità fisica e fornirà adeguate forme di supporto psicologico anche agli orfani di vittime di femminicidio, operando in sinergia con la rete dei servizi già attiva sul territorio, in particolare con i centri anti-violenza, di accoglienza e di ospitalità e con le case rifugio ad indirizzo segreto.

I “tutor” potranno essere scelti tra soggetti operanti nel mondo del volontariato, del servizio civile, dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali, tra i praticanti avvocati, i tirocinanti psicologi e assistenti sociali e dovranno prima seguire corsi di formazione specifici e un periodo di tirocinio.

Nel ddl della senatrice Orrù sono, inoltre, contenute disposizioni che prevedono un contributo economico a sostegno delle vittime prive di possibilità economiche – per la durata di tre mesi – l’assistenza nella ricerca di un lavoro e l’accesso a detrazioni e benefici fiscali per i datori di lavoro che assumano donne vittime di violenza.

Ai centri e agli sportelli anti-violenza viene riconosciuta la facoltà di chiedere, con carattere di priorità, l’assegnazione di beni confiscati alla mafia per i propri compiti istituzionali e per offrire alloggio alle donne vittime di violenza nel periodo di emergenza. Questi soggetti, inoltre, potranno costituirsi parte civile nei processi, anche per il recupero delle spese affrontate per sostenere le donne maltrattate, attraverso l’assistenza di avvocati iscritti in appositi elenchi presso i Consigli dell’Ordine.

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