Diga Rubino, i sindacati denunciano: agricoltori in crisi per la gestione idrica

ConfSal, Copagri e FederAgri hanno avviato una battaglia sindacale per la ridotta capacità idrica dell’invaso che danneggia agricoltori e chiedono un incontro urgente. 

La Diga Rubino, uno dei bacini idrici più importanti della provincia di Trapani, è al centro di una vicenda “poco chiara” che rischia di compromettere il futuro del settore agricolo locale. Con una capacità ridotta da 11 a meno di 5 milioni di metri cubi a causa di “presunte carenze strutturali”, la diga non riesce a garantire l’approvvigionamento idrico necessario per le coltivazioni. Una situazione che ha spinto le Organizzazioni Produttive e i Sindacati di Categoria a lanciare un grido d’allarme, denunciando la mancanza di trasparenza e progettualità da parte delle istituzioni competenti. Conf.Sal Sicilia, Copagri, FederAgri e Conf.Sal provinciali lanciano l’allarme con un documento sindacale, denunciando le gravi condizioni di precarietà in cui versa la diga Rubino. Un allarme che giunge dopo le incresciose vicende della diga Trinità, costretta per sette lunghi anni a sversare in mare milioni di ettolitri di acque piovane che avrebbero potuto fronteggiare la siccità, per poi scoprire solo ora che le sue condizioni statico-edilizie non erano compromesse.

La decisione di limitare la capacità della Diga Rubino è stata imposta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), attraverso la Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture Idriche. L’Ente Vigilante, responsabile della tutela della pubblica incolumità, ha giustificato la misura come precauzionale, ma senza mai chiarire quali siano le effettive criticità strutturali. Una mancanza di informazioni che ha lasciato gli agricoltori e le loro rappresentanze in uno stato di totale incertezza.  “Non sappiamo quali siano i problemi della diga, né quali interventi siano previsti per risolverli”, denunciano Cipriano Sciacca ed Enzo Daidone di Confsal Sicilia, rispettivamente segretario regionale e provinciale. A loro si uniscono i segretari provinciali Pino Aleo di Copagri e Michele De Maria di FederAgri, che chiedono un incontro urgente con le autorità politiche e amministrative per fare chiarezza.

Il paradosso è che, nonostante la ridotta capacità, la Diga Rubino rischia di disperdere centinaia di migliaia di ettolitri d’acqua a causa delle abbondanti piogge degli ultimi mesi. Con il livello dell’invaso prossimo alla quota massima consentita (circa 4,8 milioni di metri cubi), l’acqua in eccesso, per come avviene da anni, sarà sversata in mare. Uno spreco inaccettabile per un territorio che, a causa dei cambiamenti climatici, vive sempre più frequenti periodi di siccità che oltre a compromettere i raccolti hanno danneggiato le colture e messo in ginocchio gli agricoltori.  “Sarebbe un controsenso disperdere una risorsa così preziosa – sottolineano i sindacati -. Soprattutto se, come nel caso della Diga Trinità, si scoprisse che le condizioni strutturali della diga non sono così compromesse come si crede”. 

La crisi idrica legata alla Diga Rubino ha ripercussioni dirette sul settore agricolo-zootecnico della provincia di Trapani, che dipende quasi interamente dalle acque invasate. Con una capacità utile ridotta, la disponibilità di acqua per l’irrigazione è drasticamente diminuita, aumentando la pressione sulle risorse idriche già scarse a causa della siccità.  “La situazione è insostenibile -, affermano i rappresentanti delle Organizzazioni Conf.Sal Sicilia, Copagri, FederAgri e Conf.Sal provinciali -. Senza un intervento immediato, rischiamo di vedere interi raccolti andare in fumo e aziende costrette a chiudere”.  Le criticità della Diga Rubino non sono un caso isolato, ma riflettono un problema più ampio legato alla gestione delle risorse idriche in Sicilia. La frammentarietà gestionale, la carenza di manutenzione e la complessità normativa rendono difficile affrontare le emergenze in modo efficace.  “Serve un coordinamento tra tutti gli enti coinvolti -, chiedono i sindacati -. E soprattutto, serve una progettualità chiara e condivisa per garantire la sostenibilità del settore agricolo e la tutela dell’ambiente”.

Le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto un incontro urgente con un documento congiunto inviato al Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani; all’Assessore Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, Giovanni Di Mauro; al Dirigente Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti, Arturo Vallone; e al Commissario del Consorzio di Bonifica Trapani Birgi, Giuseppe Dimino, e per conoscenza al Dirigente Generale per le Dighe e Infrastrutture Idriche UTD di Palermo, Calogero Morreale; al Segretario Generale dell’Autorità d Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia, Leonardo Santoro.

Una richiesta di confronto urgente, con l’obiettivo di conoscere le iniziative in atto e offrire un contributo per risolvere le criticità. “Siamo pronti a collaborare – concludono i sindacati -. Ma chiediamo trasparenza e impegno da parte delle istituzioni. Il futuro dell’agricoltura trapanese dipende da questo”.

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