Danni da eventi climatici, il senatore D’Alí, propone l’adozione degli strumenti delle calamità naturali

Urgono misure eccezionali per risollevare gli agricoltori siciliani messi in ginocchio dalle avverse condizioni climatiche che hanno falcidiato i raccolti e messo in pericolo il guadagno dopo cicli lavorativi che durano un intero anno, come  avviene per l’uva il vino. Il grano e diverse altre colture.

«L’andamento climatico siccitoso degli ultimi mesi ha fortemente compromesso l’esito del raccolto dell’uva da vino e delle olive da olio, nella provincia di Trapani». Lo comunica il Senatore Antonio d’Alì, coordinatore provinciale del Partito di Forza Italia.

«Gli agricoltori sono stati costretti ad anticipare i tempi del raccolto e, ciononostante, il danno al reddito delle nostre aziende è assolutamente rilevante – aggiunge d’Alì –. Tutto ciò si aggiunge ad una situazione già critica, a causa dell’inaccettabile lentezza della Regione nell’erogazione di tutta una serie di contributi, peraltro afferente ai fondi europei e quindi non al bilancio regionale».

Il Senatore Antonio d’Alì propone due interventi assolutamente necessari. «Il primo è la dichiarazione di stato di emergenza dovuto all’andamento climatico. Il secondo riguarda l’applicazione, anche in conseguenza di ciò, delle procedure in deroga sull’istruttoria e sulle erogazioni di tutti i contributi europei che da tempo gli agricoltori siciliani attendono, con le stesse modalità che sono state già applicate nelle zone colpite dal terremoto. Anche la nostra è una calamità naturale, oltre che politico-burocratica».

 

«Crediamo che agli agricoltori siciliani debba essere riservato eguale trattamento – continua il coordinatore provinciale del Partito di Forza Italia -. Ciò consentirebbe che entro il mese di settembre possano essere pagate le diverse centinaia di milioni di contributi che gli agricoltori siciliani attendono ormai da troppo tempo (biologico, OCM, etc…). Tutto ciò lo chiederemo con forza, alla ripresa dei lavori parlamentari, al Ministro dell’Agricoltura e al presidente della Regione Siciliana».

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