Dall’anidrite carbonica al biometano, le Cantine oltre al vino possono produrre carburante
Se ne parla da anni, ma nessuno sembra crederci più di tanto. Sostenibilità della filiera vitivinicola non significa solo limitare l’uso dei pesticidi, ridurre i consumi idrici, abbattere i costi energetici con le energie alternative, contenere l’erosione dei terreni o differenziare i rifiuti… c’è un mondo, ancora tutto da scoprire, “a valle” della produzione di uva e di vino. E’ quello degli scarti di produzione, ovvero i rifiuti dei cicli produttivi che, grazie alle nuove tecnologie, possono essere trasformati in fonti energetiche verdi, pulite, ecologiche, rinnovabili.
– cioè il mondo delle distillerie, che in Italia sono rimaste un centinaio tra piccole, medie e grandi – che contribuisce a valorizzare i sottoprodotti della filiera come vinacce e fecce, sollevando peraltro le cantine dal problema dello smaltimento (il conferimento dei residui di vinificazione in distilleria è un obbligo, ne arrivano circa 1 milione di tonnellate all’anno); e che nei propri impianti produce non solo grappa e alcol, ma anche acido tartarico utilizzato nell’industria farmaceutica e alimentare, olio di vinaccioli, fertilizzanti.
È un mondo che è stato al centro dell’undicesimo Grappa Day, appuntamento biennale organizzato lo scorso sabato a Torrita di Siena dal Centro documentazione grappa “Luigi Bonollo” e dalle Distillerie Bonollo, uno dei principali player nel campo della distillazione, 33 milioni di euro di fatturato e 120 dipendenti, sede a Modena e impianti produttivi a Torrita di Siena e Anagni. Nel Lazio c’è anche Bonollo Energia che, attraverso un investimento di 50 milioni, otto anni fa ha realizzato un impianto da 12 megawatt per ricavare energia elettrica dalle vinacce e dalle biomasse vegetali, e che oggi produce 60mila megawattora all’anno, per il 60% utilizzando vinacce della distilleria e alimentando un’”economia circolare” che annulla i trasporti.
Ed èproprio quella delle energie rinnovabili, secondo Mariacarla Bonollo, responsabile relazioni esterne di Distillerie Bonollo, la nuova frontiera delle distillerie, da conoscere e promuovere. «Col Grappa day vogliamo contribuire a diffondere conoscenza e benefici del comparto – spiega – perché la distillazione può dare biogas, bioetanolo e alimentare impianti a biomasse, e dunque può dare un grande apporto alla sostenibilità della filiera vitivinicola e aiutare altri settori. In pratica da un grappolo d’uva si può arrivare all’industria farmaceutica, a quella alimentare o delle costruzioni, fino ai combustibili e all’energia».
L’industria vinicola, secondo Bonollo, nasconde un “tesoro”: solo la potatura delle viti dà tra 1,5 e 3 tonnellate per ettaro di materiale organico, che può alimentare impianti a biomasse; i vigneti danno ogni anno 8 milioni di quintali di vinacce e 2,2 milioni di ettolitri di fecce, che finiscono in distilleria. «Ora per le distillerie si tratta di fare un’evoluzione – conclude Mariacarla Bonollo – per produrre energia rinnovabile e utilizzare in pieno il milione di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione che rappresentano un tesoro energetico».