“Dal Natale al Ramadan”, Badia Grande trasforma le ricorrenze in momenti di integrazione
Tradizioni, cibo, convivialità e dialogo interculturale: per favorire l’integrazione dei migranti, la Cooperativa Badia Grande ha avviato il progetto “Dal Natale al Ramadan”
“Dal Natale al Ramadan” è un progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Badia Grande con l’obiettivo di unire culture diverse attraverso le festività cristiane e islamiche. Ideato da Valentina Villabuona, responsabile del Centro di seconda accoglienza di Salemi nell’ambito del Progetto SAI Marsala, coordinato da Lorena Tortorici, rappresenta un esempio concreto di come la convivialità possa superare le barriere culturali e religiose. L’iniziativa trasforma momenti religiosi in opportunità di dialogo, arricchimento reciproco e crescita culturale. Condividere un pasto attorno a una tavola imbandita diventa un gesto simbolico: cristiani e musulmani si incontrano senza pregiudizi, facendo del cibo il protagonista di una convivialità che abbatte ogni confine.
Il progetto ha preso il via con una rivisitazione del tradizionale Pranzo di Natale, organizzato nella sala mensa del centro di accoglienza SAI di Salemi. Qui, 20 beneficiari provenienti da Mali, Niger, Guinea, Somalia e Bangladesh, insieme agli operatori della Cooperativa Badia Grande, si sono riuniti per un pranzo multietnico ispirato ai simboli universali del Natale cristiano, privati di ogni connotazione esclusivamente religiosa. L’evento ha saputo reinterpretare la tradizione, trasformandola in un’occasione di condivisione aperta a tutte le culture. In questa cornice, il cibo si è confermato un linguaggio universale, capace di unire ciò che le parole spesso non riescono a esprimere. All’iniziativa hanno partecipato, oltre agli ospiti del centro, l’assessore ai servizi sociali del Comune di Salemi, Rina Gandolfo, e l’equipe multidisciplinare della Cooperativa Sociale Badia Grande, che ha curato ogni dettaglio per garantire un’atmosfera accogliente e calorosa. A rendere indimenticabile il pranzo, un menù ricco e creativo, nato dalla collaborazione tra gli ospiti e il personale del centro, tra cui Mariella Benenati, Mariella Marino, Habiba El China Ep Lamine, Daniela Saladino, Sebastiano Simone, Giusy Leo e Annamaria Mirabile, sotto la guida dello chef Antonio Gerbino. Dieci portate hanno raccontato le tradizioni culinarie del territorio, trasformando la tavola in un simbolo di inclusione e dimostrando come la cucina possa diventare un ponte tra mondi apparentemente lontani.
“Dal Natale al Ramadan” non è solo un progetto, ma un percorso. Nasce con l’obiettivo di valorizzare la diversità come ricchezza e di promuovere il dialogo interculturale attraverso gesti semplici, ma profondamente significativi. Per la Cooperativa Sociale Badia Grande, la tavola diventa il punto di incontro tra mondi diversi, uno spazio dove l’amicizia e il rispetto reciproco prendono forma concreta, superando difficoltà linguistiche, culturali e religiose. Non si è trattato solo di condividere un pasto, ma di creare un momento di confronto, in cui la convivialità si è rivelata un mezzo per crescere insieme. “Condividere un pasto significa condividere valori, abbattere pregiudizi e costruire relazioni,” ha sottolineato Valentina Villabuona, evidenziando come il pranzo sia stato anche un momento di gioia e leggerezza, in cui risate e complicità hanno creato un clima di vera comunità. Il potere del cibo, qui, è andato oltre il semplice nutrimento: ha aperto spazi di dialogo e comprensione reciproca.
Le prossime tappe del progetto “Dal Natale al Ramadan” sono già in programma: una visita a una moschea e a una chiesa cristiana per promuovere la conoscenza delle principali religioni di riferimento, seguita dalla celebrazione della festa del Ramadan. In questa occasione, gli immigrati cucineranno insieme agli operatori della Cooperativa Sociale Badia Grande, preparando piatti tipici della tradizione islamica. Ancora una volta, la tavola diventerà il centro di un momento di convivialità autentica, senza riserve o pregiudizi, per celebrare la diversità e costruire un futuro più inclusivo.