Crisi agricola in Sicilia, l’eurodeputato Giuffrida chiede la salvaguardia dell’accordo euromediterraneo
L’applicazione della clausola di salvaguardia dell’accordo euromediterraneo viene invocata dall’eurodeputato siciliano Michela Giuffrida quale deterrente alla crisi economica che colpisce l’agricoltura siciliana. “Le notizie che arrivano dal mercato ortofrutticolo di Vittoria, il più importante del Mezzogiorno – scrive l’on. Milchela Giuffrida – sono sempre più preoccupanti e denotano la crisi profonda di un comparto che é schiacciato dagli effetti della crisi ma anche dalle ripercussioni negative di accordi, come quello euromediterraneo, ormai insostenibili”.
Questi temi sono al centro di una interrogazione urgente dell’eurodeputato del Pd e componente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, che ha chiesto alla Commissione europea misure urgenti per salvaguardare i produttori dall’impatto negativo degli accordi commerciali e soprattutto di attuare la clausola di salvaguardia prevista dagli articoli 25 e 7 in caso di pesanti distorsioni derivanti dall’accordo stesso, votato nella precedente legislatura.
Questa é a mio parere l’unica strada concreta da seguire – aggiunge Giuffrida – a meno che non si voglia continuare a consentire a chi fa solo propaganda, e prospetta come reale l’ipotesi semplicistica di stracciare l’accordo, di continuare ad ingannare i siciliani, speculando a fini elettorali sulla giusta rabbia degli agricoltori.
“Ho chiesto inoltre al ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, che lunedì a Bruxelles parteciperà al Consiglio agricoltura e pesca – annuncia Giuffrida – di porre con forza la drammatica situazione siciliana al tavolo della discussione e sono fiduciosa nel suo intervento per ottenere già la prossima settimana risposte e aiuti agli agricoltori che non ce la fanno più”
All’agricoltura siciliana, travagliata da una profonda crisi economica, dovuta anche a “scellerati” patti euromediterranei “autolesionisti” serve un lavoro di squadra che dalla Sicilia passi per Roma giungendo a Bruxelles, non la politica parolaia e populista di chi passa il suo tempo impegnato in inutili show in Parlamento ad uso e consumo di fotografi e cameraman.