Coronavirus, Sicilia “blindata”: Musumeci ha chiesto l’esercito per controllare i punti di arrivo
Coronavirus, Nello Musumeci: “serve l’aiuto dell’Esercito per controllare i punti di arrivo in Sicilia: Stretto di Messina, Porti, Aeroporti, Stazionip
Sospensione dei collegamenti aerei, nazionali e internazionali, a eccezione di due voli al giorno tra Roma e gli aeroporti di Palermo e di Catania; blocco di tutti i servizi automobilistici interregionali e dei servizi marittimi per il trasporto dei passeggeri, garantendo solo quello merci. Un solo treno intercity al giorno da e per Roma. Sono alcune delle prossime iniziative che il ministro dei Trasporti Paola De Micheli si appresta ad adottare, su richiesta del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, per contenere il contagio del Coronavirus nell’isola. Nessuno potrà entrare o uscire dalla Sicilia senza una buona causa.
L’esodo del grande rientro in Sicilia rischia di vanificare i sacrifici di oltre 5 milioni di siciliani che si attengono alle misure restrittive per frenare la diffusione del coronavirus in Sicilia. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in collegamento dalla sua abitazione, nel corso della trasmissione televisiva di Rai Tre “Mezz’ora in più”, condotta da Lucia Annunziata.
“Siamo preoccupati dalle oltre trentamila persone giunte in Sicilia e autoregistratesi negli ultimi dieci giorni – ha detto il governatore -. Ma quante altre migliaia sono entrate sull’Isola senza avvertire la stessa responsabilità e la stessa prudenza? È chiaro che la presenza dell’esercito, insieme al nostro personale sanitario ed ai volontari, agli arrivi nei porti, negli aeroporti e nello Stretto di Messina – ha sostenuto il Presidente della Regione Sicilia – serve avere più uomini in divisa per effettuare i dovuti controlli”.
I volontari della Croce Rossa e le guardie della forestale regionale non possono assolutamente bastare. C’è sempre lo sciocco, il furbo, quello che si sente invulnerabile. E tutto questo mette a rischio il sacrificio che cinque milioni di persone stanno facendo in Sicilia con grande senso di responsabilità. L’impiego dei soldati dell’esercito faranno da deterrente. I prefetti hanno già la disponibilità dei soldati per le operazioni “Strade sicure”. Si tratta solo di modificare gli assetti e di destinare una parte di questi uomini ai controlli nei punti di arrivo, per evitare inutili contagi e consentiamo al personale sanitario di continuare negli accertamenti.
“Ci prepariamo al peggio – ha evidenziato il presidente della Regione – anche se, fino ad ora, la diffusione del virus in Sicilia appare abbastanza contenuta. Abbiamo infatti, al momento, 188 positivi, 71 ricoverati di cui 15 in terapia intensiva e complessivamente finora due decessi. Abbiamo già individuato alcuni reparti da convertire e pensiamo di realizzare almeno mille, millecinquecento posti per ospedalizzazione ordinaria e altri duecento per terapia intensiva”.
Trentamila, quelli che si sono autodenunciati al loro arrivo, forse altrettanti o anche il doppio e anche più, che non hanno comunicato il ritorno in Sicilia, rappresentano una grave minaccia alla salute pubblica e rischia di mandare in tilt il sistema sanitario in Sicilia.
“Non si tratta di mettere i carri armati sulle strade – ha chiarito Musumeci – ma di coadiuvare le Forze dell’ordine, nello scoraggiare gli arrivi dal Centro-nord, ma anche da altri Paesi del Mediterraneo, visto che la Sicilia è una regione di frontiera. Ecco perché il controllo degli accessi assume un importante significato. Proprio per questo ho chiesto al Ministro dei Trasporti di predisporre un’ordinanza che blocchi non solo tutti gli arrivi dei mezzi di trasporto nelle ore notturne, ma di impedire o limitare il movimento dei passeggeri extraregionali, consentendo soltanto il trasporto delle derrate alimentari. Ho il dovere di difendere la salute dei miei cittadini”.
La Regione ha istituito, fin dall’inizio dell’emergenza, un portale web dedicato (siciliacoronavirus.it) per le registrazioni da parte di chi arrivava nell’Isola e numero verde (800.45.87.87), gestito dalla Protezione civile regionale, per le informazioni.
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