Coronavirus, il primo morto in Sicilia, i contagiati sono 83 di cui uno a Marsala ed uno ad Alcamo
Emergenza coronavirus, cresce la paura anche in Sicilia: Marsala ieri la città era semideserta e molte attività chiuse per libera scelta, fra cui tutti i bazar cinesi. La presenza del virus in città ha fatto tanto riflettere
Un professore di Matematica a Marsala ed uno dirigente alcamese dell’Asp di Trapani sono risultati positivi al tampone faringe. In provincia di Trapani, con due casi accertati di coronavirus ed almeno altri 4 casi sospetti (pazienti che presentano i sintomi a cui è stato fatto il tampone e si attende la conferma, o meno, dallo Spallanzoni di Roma), cresce la preoccupazione. Sia il professore che il dirigente dell’Asp avevano molte frequentazioni per motivi di lavoro.
Le condizioni del docente marsalese sarebbero peggiorate nelle ultime ore. L’uomo dal reparto di Pneumologia è stato trasferito a quello di rianimazione dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Il professore di Matematica presenta serie difficoltà respiratorie.
Le autorità sanitarie, oltre alla stretta sfera familiare, stanno tenendo sotto controllo quanti hanno avuto rapporti con i due soggetti. Tanta gente si è volontariamente chiusa in casa in regime di quarantena volontaria temendo per la propria salute e/o di potersi rendersi inconsapevolmente diffusori del coronavirus. Nessuno, infatti, è immune al corona virus. Se gli anziani ed i pazienti affetti da patologie severe sono più a rischio, anche la restante parte della popolazione statisticamente è in pericolo di morte.
In Italia i casi di contagio tra i bambini tra 0 e 9 anni sono pochissimi (0,5%), in assoluto 43. Nella fascia di età tra 10-19 sono 85 (1%), in quella tra 20-29 sono 296 (3,5%), in quella 30-39 sono 470 (5,6%), in quella 40-49 sono 891 (10,7%), in quella 50-59 sono 1.453 (17,4%), in quella 60-69 sono 1.471 (17,7%), in quella 70-79 sono 1.785 (21,4%) e oltre 80 anni sono 1.532 (18,4%). Come si nota dai 60 anni in più si concentrano oltre il 57% dei casi. La mortalità però è molto più spostata verso le classi di età più alte. Ad oggi, in Italia, la categoria più esposta rimane quella degli operatori sanitari che contano, di già, ben 600 positivi al coronavirus ed una decina di morti.
Stiamo vivendo in un clima di guerra, siamo tutti ostaggio di un nuovo conflitto che solo certa cinematografia di fantascienza aveva preannunciato. Questa volta, almeno lo si spera, non vi sarebbe una occulta, orrenda e spietata “macchina” bellica dietro la diffusione del coronavirus. C’è paura. Ed è motivata 4291 sono morti, di questi 827 erano italiani, uno era siciliano. Ancora più grave è il quadro dei contagiati, sono: circa 120 mila nel mondo, di cui circa 12.462 in Italia e 83 in Sicilia.
Seppure i numeri non sono così esorbitanti preoccupano due aspetti di questa pandemia: la velocità con cui contagia il coronavirus e le complicazioni respiratorie che portano i casi più gravi in sala di rianimazione. Ed è qui che “casca l’asino”. Negli ultimi 20 anni i fondi per il potenziamento delle strutture sanitarie sono stati impiegati su altri fronti. Sono pochi, purtroppo, i posti letto nelle rianimazioni in Italia, soprattutto negli ospedali del sud e della Sicilia (solo 26 posti in provincia di Trapani che ha circa 400 mila utenti. Quando, Dio non voglia, il numero dei positivi aumenterà vertiginosamente – se non adeguatamente contrastato in questa prima fase – chi fermerà il coronavirus?
L’unico mezzo per frenare il contagio è quello di evitare i contatti sociali fisici, come incontrarsi, parlare, salutarsi, baciarsi, stare insieme, frequentare luoghi affilati. Per cui dobbiamo necessariamente cambiare le nostre abitudini. Restare a casa ed uscire solo ed esclusivamente solo in casi di estrema necessità, così come stabilito col nuovo decreto.
La situazione in Italia non è ancora sotto controllo, cresce il numero dei contagiati e dei deceduti. Mentre l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, proclama lo “Stato di pandemia” continuano a crescere i numeri. Sono 10.590 i malati, 2.076 in più (rispetto il giorno precedente), i contagiati – comprese le vittime e i guariti – hanno raggiunto i 12.462, mentre sono 1.045 i guariti. Le vittime sono 827, 196 in più rispetto alle 24 ore precedenti. Iss: “Il virus è come quello cinese, che viene da Wuhan, non è diventato “più aggressivo”, forse ha trovato un habitat più fertile essendo molto più elevata l’età media della popolazione, rispetto a quella cinese.
I 12462 casi complessivi sono così suddivisi: 7280 Lombardia, 1739 Emilia Romagna, 1023 Veneto, 501, Piemonte, 479 Marche. E ancora: 320 Toscana, 194 Liguria, 154 Campania, 150 Lazio, 126 Friuli Venezia Giulia, 77 Puglia e provincia Trento, 75 provincia Bolzano, 83 Sicilia, 46 Umbria, 38 Abruzzo, 37 Sardegna, 20 Valle d’Aosta, 19 Calabria, 16 Molise e 8 Basilicata.
Coronavirus nel mondo, dato aggiornati dall’Oms
Ancora misure più restrittive per arginare la diffusione del coronavirus e non poteva essere diversamente alla luce dell’aumento dei contagiati, e purtroppo anche dei morti, in Italia e nel resto del mondo. Siamo di fronte ad una pandemia, lo ha decretato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Nel mondo gli ultimi dati OMS (Fonte: Health Emergency Dashboard, (11 Marzo, ore 06.00 CET):
- 118.223 casi confermati nel mondo dall’inizio dell’epidemia*
- 4.291 morti
bisognerebbe riuscire con una nuova legge che posticipasse bollette di luce e gas a fine del contagio Sentiti ringraziamenti. Torcivia Giovanni.