Condannato il marito del gestore del lido Torre San Teodoro

Giuseppe De Vita, il marito del gestore del Lido Torre di San Teodoro, Ombretta Nizza, di Marsala, è stato condannato a dieci mesi di reclusione. Cala il sipario sulla vicenda giudiziaria che ha visto anteposto l’imputato ed un gruppo di ciclisti, composto da agenti di polizia e appartenenti alla guardia di finanza. Il De Vita, comparso davanti giudice Chiaromonte, con riro della direttissima, è stato ritenuto colpevole di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. A rappresentare la pubblica accusa in aula è stata la pm Antonella Trainito. La pena è sospesa, con revoca della misura residuale. L’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di De Vita, ha preannunciato l’intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza di condanna emessa nei confronti del suo assistito.

I fatti si  riferisco ad un vivace battibecco, degenerato forse un po’ di troppo,  avvenuto presso lo stabilimento balneare dei coniugi Nizza-De Vita. Erano i primi di ottobre di quest’anno, quando De Vita, il suo bagnino e la moglie (entrambi segnalati all’Autorità Giudiziaria) ebbero un’accesa discussione con un gruppo di ciclisti che stavano scattando alcune fotografie dalla spiaggia, salvo poi scoprire che si trattava di un gruppo ciclistico “le Pantere”, composto da poliziotti e finanzieri di Palermo.  Volarono parole grosse, si rese necessario l’intervento della Polizia di Marsala che arresto l’uomo. Inizialmente, nei confronti di De Vita, era stata disposta anche la misura cautelare del divieto di dimora presso il lido: dopo alcuni giorni, però, il Tribunale del Riesame aveva accolto l’istanza della difesa, revocando tale misura. Sicuramente, per come già annunciato dall’Avvocato Frazzitta, la vicenda ritornerà in aula per il ricorso in appello.

 

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