Concessi gli arresti domiciliari al lavapiatti per l’omicidio di una prostituta nigeriana
Esce dal carcere Alessandro Bulgarella, il quarantenne arrestato nel 2014 per l’omicidio della nigeriana Uwadia Bose. Su istanza del suo difensore, l’avvocato Nino Sugamele, al lavapiatti stagionale di Valderice sono stati concessi gli arresti domiciliari. L’uomo è accusato dalla Procura di Trapani per aver ucciso, nel dicembre 2013, la prostituta nigeriana Bose, il cui cadavere venne rinvenuto nei pressi del cimitero comunale di Custonaci, dietro ad un chiosco per la vendita di fiori.
La donna, che viveva a Palermo con il compagno e i due figlioletti, si spostava a Trapani per prostituirsi e raccogliere, così, la somma necessaria a pagare il suo debito con chi l’aveva fatta giungere in Italia. Le indagini condotte dai Carabinieri si indirizzarono nell’ambiente dei frequentatori di prostitute fino a giungere, dopo una serie di interrogatori, controlli di tabulati telefonici e servizi di osservazione e pedinamento, a stringere il cerchio attorno a Bulgarella.
Movente dell’omicidio, la rapina. Le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica Marcello Viola, dall’aggiunto Ambrogio Cartosio e dai sostituti Massimo Palmeri e Franco Belvisi hanno seguito diverse piste. “Durante l’intero svolgimento delle indagini -afferma Belvisi- abbiamo indagato su decine di persone. Il soggetto arresto nel novembre del 2014, dopo 11 mesi dall’omicio, da cinque mesi veniva ascoltato negli uffici giudiziari. I primi interrogatori sono stati svolti come persona informata dei fatti e soltanto nelle ultime due occasioni è stata formalizzata la posizione di indagato.
In un’intercettazione, Bulgarella avrebbe espresso tutto il suo rammarico per essere stato coinvolto in un crimine così grave, che gli avrebbe fruttato una piccola somma di denaro: “Speriamo il signore no, tutto… per 50 euro”. Gli investigatori ritenevano che Bulgarella abbia agito assieme ad altre persone.