Cia di Petrosino: scende in campo il Comitato giovani agricoltori
Si è svolta la prima riunione del Comitato giovani agricoltori 10,100, 1000 a Petrosino. Vi hanno preso parte una cinquantina di agricoltori del posto, fra cui una grande partecipazione di donne che si costituiranno in una organizzazione “rosa” che si affiancherà e farà delle proposte al neo costituito Comitato. C’è tanto entusiasmo, tant’è che per la prima volta – in una assemblea di agricoltori – viene messo da parte il consueto atteggiamento di rassegnazione, o meglio di assuefazione alle scelte “scellerate” che piovono dall’alto.
Il Comitato giovani agricoltori 10,100, 1000 a Petrosino non ci sta con le le vecchie politiche economiche-sindacali che sono corresponsabili della crisi che impregna il settore agricolo; ma intende portare nelle giuste sedi le rivendicazioni della base, ovvero la voce degli agricoltori, di coloro che vivono – oggi – male e stento dal provento dei loro campi. Una sorta di ritorno al passato, quando le lotte contadine nascevano sulla terra per poi giungere nelle lussuose stanze del potere. Il nascente Comitato di Petrosino si prefigge di crescere e di estendersi su tutto il territorio provinciale.
A margine della riunione si è parlato di alcuni problemi e nuovi problemi legati all’agricoltura del trapanese, fra cui della “misteriosa” fuoriuscita dell’acqua della diga Trinità che finisce in mare in un periodo ritenuto critico per la siccità. Altro problema sollevato il cattivo funzionamento del Consorzio Delia Nivolelli che, a causa delle condutture non funzionanti, non permettono agli agricoltori di poter irrigare. Tutto ciò non giustifica l’aumento sproporzionato del canone irriguo che dovrebbe essere quintuplicato e a cui si aggiungerà pure una tassa annua per chi irriga con l’acqua della Diga Trinità.
E, per finire, dei costi di gestione delle piccole aziende agricole che avendo i terreni spezzettati e a diverse decine di chilometri di distanza gli uni dagli altri non permettono di ridurre i costi di produzione. C’è il rischio, come sta già accadendo, che molte aziende chiudono col grave danno di far aumentare vertiginosamente il numero dei disoccupati sul territorio. Tanti sono i catastini dei vigneti in vendita. Ad aggravare la crisi, denuncia il nascente Comitato giovani agricoltori 10,100, 1000 di Petrosino, vi è il prezzo del vino siciliano sempre più improponibile, che si vende meno dell’acqua minerale e le scelte dell’Unione Europea che non aiutano le produzioni di qualità e consentono una sorta di “sofisticazione” vinicola con lo zucchero di bietola al posto del naturale MCR, mosto concentrato rettificato proveniente dal vino invenduto, come avveniva un tempo.
In questo panorama raccapricciante si registra la totale assenza di una politica del credito agevolato per permettere agli agricoltori in crisi di fronteggiare alle perdite e di potersi rimettere in carreggiata; di ritornare ad essere parte di quei soggetti economici attivi che, come tantissime piccole “formichine” col sudore della propria fronte hanno fatto grande il nostro Paese, tirandolo fuori dalle paludi e delle rovine lasciate dalla grande guerra
Il Comitato dei giovani agricoltori 10,100, 1000 di Petrosin, in fine, denuncia anche l’assenza di una classe politica che amplifichi e porti nelle giuste sedi la voce degli agricoltori, delle organizzazioni professionali agricole, dei sindacati