Caso Di Giorgi: un barbaro omicidio per lavare la grave l’offesa

L'omicida raggiunge la vittima nell'orto, prima gli spara ad una gamba, poi lo colpisce ripetutamene alla testa con una vanga e prima che esali l'ultimo respiro lo ricopre di diesel e gli da fuoco; infine "soddisfatto" racconta per telefono alla moglie l'accaduto, quasi a vantarsene

franco pietro

(Clicca qui per il video dell’arresto)Un barbaro omicidio per lavare la grave l’offesa:  la vittima aveva osato palpare il seno alla moglie dell’omicida. I fatti sono avvenuti lo scorso 28 giugno alla periferia di Salemi, nell’orto della vittima dove i carabinieri hanno  rinvenuto carbonizzato il corpo di Di Giorgi. Questa mattina il Procuratore di Marsala Alberto di Pisa ha tenuto una conferenza stampa per definire in  contorni della barbara uccisione di Antonino Di Giorgi, 74 anni, di professione agricoltore.  Ecco quanto è emerso, in estrema sintesi, dalla conferenza di questa mattina: l’omicida raggiunge la vittima nell’orto, prima, gli spara ad una gamba, poi lo colpisce ripetutamene alla testa con una vaga e prima che esali l’ultimo respiro lo ricopre di diesel  e gli da fuoco; infine “soddisfatto” racconta per telefono alla moglie l’accaduto, quasi a vantarsene. La moglie, lo rimprovera, non per l’accaduto; ma solo per essere stato imprudente ad aver commesso i fatti nell’abitazione della vittima. Roba dell’altro mondo. E pensare che l’omicida, Pietro Franco, ha soltanto 22 anni, forse qualche anno in meno la moglie Leonarda Carbone.   

Quanta efferatezza per chiude i “conti” dopo anni di battibecchi, liti, colluttazioni e denunce fra un anziano coltivatore ed un giovane rivenditore di ortaggi. Pietro Franco, 22 anni, disoccupato, dopo una lite, con fredda premeditazione si è portato nuovamente presso l’abitazione di Antonino di Giorgi di 74 anni armato di pistola. Forse voleva solo spaventarlo, ma la lite ha preso ben altre connotazioni. Secondo quanto raccontato ai carabinieri il giovane sentendosi minacciato dall’avvicinarsi dell’anziano con una cazzuola in mano, ha perso la ragione. Tirata fuori la pistola ha sparato verso le gambe, colpendone una; poi… colto, forse, da un raptus di follia, prende fra le mani una vanga si è scagliato con inaudita violenza sul corpo dell’uomo colpendolo ripetutamente. E, quando ormai credeva che fosse morto ha preso una tanica di nafta, lo ha ricoperto di liquido, ed incendiato il corpo. Dall’esame autoptico risulterà che il Di Giorgi era ancora vino quando le fiamme lo hanno orribilmente finito.

I contorni ed i dettagli dell’agghiacciante delitto sono stati illustrati dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Alberto Di Pisa alla presenza dei vertici dell’Arma dei Carabinieri che in tempi record sono riusciti ad identificare, ottenere una confessione ed assicurare alle patrie galere, l’omicida. La vicenda è maturata nell’ambito di un contesto sociale altamente degradato, fatto da gente che vive di espedienti e che sono abituati a lavare con il sangue le offese ricevute. Fra il Franco ed il Di Giorgi in passato vi erano stati parecchi sgrezzi, alcuni dei quali finiti pure nel calderone della giustizia. E’ in fase dibattimentale un procedimento penale per aggressione a carico del giovane che, quando era ancora minorenne il Franco. L’ultimo goccia ad aver fatto traboccare il vaso è stata l’ennesima lite avvenuta il giorno prima dell’omicidio, a cui assistette la moglie Leonarda Carbone. Secondo quanto raccontato dalla donna ai Carabinieri il Di Giorgi si era avvicinato all’abitacolo dell’auto e facendo finta di volerla salutare le ha palmato il seno. La donna aveva raccontato successivamente l’accaduto al marito che in preda ai fumi della vendetta ha tolto di mezzo chi aveva osato “disonorarlo”: la vittima aveva osato palpare il seno di sua moglie.

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