Cantina San Francesco, gli ammanchi in bilancio, i presidenti accusati chiedono il rito abbreviato
Gli avvocati difensori, Arianna Rallo e Giovanni Galfano, dell’ex e dell’attuale presidente della Cantina sociale “San Francesco” di Marsala hanno chiesto il rito abbreviato per i loro assistiti, Silvia Luisa Montalto, di 51 anni, e Biagio Valenti, di 58. I due sono accusati di appropriazione indebita in danno dei soci viticoltori della cooperativa (73 dei quali hanno chiesto di costituirsi parte civile). Il processo si tiene davanti al al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte del Tribunale di Marsala.
Negli anni ’90 era il fiore all’occhiello dell’enologia marsalese la Cantina Sociale “San Francesco, poi l’indebitamento per il processo di ammodernamento, le contestazioni dei soci e l’arrivo di una nuova cordata alla guida della cooperativa aveva entusiasmato la base che sperava di ritornare a percepire i laudi compensi di un tempo. Ma di tutto ciò neanche l’ombra, anzi i soci vengono chiamati a rimpinguare le casse. C’è chi dice no; sospetta che potrebbe esserci del “marcio” nella gestione e incarica un legale di presentare un esposto all’Autorità Giudiziaria, le cui indagini portano a scoprire due presunti ammanchi per un totale che oltrepasserebbero 1.600.000 euro. Per gli ultimi due Presidenti della cantina si avvia il processo. Il resto è storia dei nostri giorni…
Nel corso del Processo i due amministratori, Montalto e Valenti, dovranno cercare di spiegare la “scomparsa” dal bilancio 2012 di un milione e 680 mila euro. E’ questa è la cifra contestata da Procura e Guardia di finanza, che hanno indagato dopo l’esposto presentato nel 2014 da oltre cento soci della cantina sociale, stufi di aspettare il pagamento dell’ultima quota per le uve ammassate nella vendemmia 2012. Motivo per il quale si sono rivolti a un legale, l’avvocato Pietro Saladino, che adesso assiste quasi tutte le parti civili insieme al collega Leonardo Laudicina.
La contestazione più consistente è mossa alla Montalto, presidente della “San Francesco” dal 30 gennaio 2007 al 7 agosto 2014. A lei si contesta, infatti, un’appropriazione indebita di un milione e 321 mila euro.
Valenti, invece, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato di 359 mila euro. Nell’esposto presentato da 102 soci viticoltori nell’ottobre 2014, si sottolinea che già alla fine del 2010 “il risanamento del conto economico promosso dal consulente rag. Bucaria si realizza con grave esborso pecuniario dei soci”. Insomma, anziché intascare denaro per le uve ammassate, i viticoltori hanno dovuto mettere mano al loro portafogli per sanare “una condizione debitoria accumulata negli anni precedenti”.
E per questo, si continua nell’esposto, “è difficile capire l’attuale catastrofe finanziaria a partire da quella data; e dunque nel giro di pochissimi anni”. Si continua spiegando che “dopo un anticipo di 25 euro (al quintale, ndr) percepito con notevole ritardo rispetto alle altre cantine del trapanese, il bilancio dell’annata 2012 si chiude approvato nel dicembre 2013 a 40 euro al quintale per l’uva come e a 42 euro per le uve speciali”. Mancano, dunque, ancora dai 15 ai 17 euro al quintale. Finalmente, nel dicembre 2013, vengono erogati altri 10 euro al quintale, ma non gli altri 10 promessi (poi ridotti a 8). Nel frattempo, i soci fanno un’amara scoperta. L’ultimo pagamento sarebbe “frutto dei proventi del vino (annata 2013) venduto alla Cantina Europa” e “dunque non attingendo ai fondi del bilancio chiuso nel 2012, come sarebbe stato naturale”. Che fine hanno fatto quei soldi? Ma c’è anche dell’altro. I soci, infatti, sollevano perplessità anche sull’esborso relativo all’acquisto di una catena di imbottigliamento il cui costo iscritto in bilancio è di ben 800 mila euro. Una cifra che reputano eccessiva.