Bus assaltati dalle baby gang, autisti in fuga dai percorsi a rischio

PALERMO – Vertice in questura dopo l’episodio allo Zen. La richiesta di pattuglie di polizie sul territorio.  “Messaggio chiaro, in certe zone non bisogna entrare”

Fuga degli autisti dalle linee più rischiose. Dopo il caso dell’autobus danneggiato allo Zen 2, mercoledì scorso, è difficile trovare qualcuno disposto a guidare le vetture del 619 che fa capolinea proprio nel quartiere che oggi si chiama San Filippo Neri. Per questo lunedì Antonio Gristina, presidente dell’Amat, e Ferdinando Carollo, direttore di esercizio, avranno un incontro in questura sul tema della sicurezza.

«La sicurezza dei passeggeri e del personale per noi è la prima cosa — dice Carollo — Non abbiamo ancora capito cosa ha colpito il nostro mezzo nei giorni scorsi, ma qualsiasi cosa sia stata ha sfondato un finestrino. Qualcuno poteva farsi davvero male » . La richiesta è che possano essere impiegate pattuglie di polizia sul territorio a tutela dei passeggeri e del personale dell’azienda di trasporto.

All’orizzonte, infatti, c’è un doppio rischio: da un lato che nessuno voglia guidare gli autobus e dall’altro che i palermitani abbiano paura di salire sui bus nelle zone più calde. « Anche questo aspetto non è da sottovalutare — dice Carollo — Potrebbe andare a finire così: c’è il servizio, ma non ci sono utenti che lo utilizzano. Una perdita per l’azienda. In questi anni i danni subiti dalle vetture a causa di raid e atti vandalici sono stati ingenti. Anche un foro nella carrozzeria o un finestrino rotto, a lungo andare, incide sulle risorse disponibili, e non possiamo permettercelo».

Non c’è soltanto lo Zen 2 fra i territori più difficili, ma anche periferie come Borgo Nuovo e Brancaccio, dove la linea 1 del tram da tempo viene presa di mira dalle baby gang.

« Quello che è accaduto — dice Diego Bellia, vice presidente dell’Amat — è un chiaro segnale. Il messaggio è che gli autobus in certe zone non devono entrare. Soprattutto la sera. Alla questura chiederemo un supporto sul fronte della sicurezza, perché, stando così le cose, dovremo valutare seriamente la possibilità di cambiare il percorso e il capolinea del 619».

 

Fonte: www.repubblica.it

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