Bankitalia, in Sicilia crescono: export, occupazione e turismo; stagnante l’edilizia

Torna a crescere l’export in Sicilia.  Sia per la componente petrolifera che per il resto dei comparti. Dopo  quattro anni di continuo calo, infatti, la domanda estera aumenta.  Secondo i dati dell’Istat, nella prima metà dell’anno le esportazioni  sono cresciute a prezzi correnti del 30,3 per cento. L’aumento è stato trainato dal valore delle vendite di prodotti petroliferi, che hanno  beneficiato soprattutto di prezzi medi di vendita più elevati. Ma  anche al netto dei prodotti petroliferi, l’export ha fatto segnare  +15,1 per cento. Performance positive soprattutto per l’esportazione  di sostanze e prodotti chimici e, in misura minore, per elettronica e  farmaceutica. Indebolita, anche se ancora lievemente positiva, la  dinamica del comparto agroalimentare.

A scattare la fotografia dell’export siciliano è la sede di Palermo  della Banca d’Italia, che oggi ha presentato il report sull’andamento  dell’economia dell’Isola. A crescere sono sia le esportazioni verso i  Paesi dell’Ue, in particolare per il contributo della Spagna, sia le  vendite verso l’area extra Ue e, in particolare, verso i Paesi  africani e asiatici.

Continua la stagione d’oro del turismo  in Sicilia. Già l’anno scorso il settore aveva fatto registrare  segnali positivi, una performance che si consolida anche quest’anno.  Secondo i dati provvisori della Regione siciliana, nei primi otto mesi del 2017 sono aumentate le presenze turistiche, con riferimento sia  alla componente nazionale sia agli stranieri. La crescita ha  interessato soprattutto gli esercizi extra-alberghieri. E’ quanto  emerge dal report sull’economia siciliana elaborato dalla sede di  Palermo della Banca d’Italia e presentato oggi nella sede di via  Cavour.

A crescere è anche la spesa dei turisti stranieri che nell’Isola  restano più a lungo. I dati del traffico aeroportuale, raccolti da  Assaeroporti, confermano le dinamiche del turismo. Nei primi otto mesi dell’anno il numero di passeggeri è cresciuto di oltre un decimo, un  dato in linea con la media del Mezzogiorno. Crescono soprattutto i  passeggeri su voli internazionali (+17 per cento). In aumento anche il traffico passeggeri via mare secondo i dati provvisori delle Autorità  portuali dell’isola riferiti al primo semestre dell’anno.

Non è bastata la ripresa delle  compravendite immobiliari a risvegliare il settore edile in Sicilia.  Il settore segna il passo e l’attività è rimasta su livelli bassi,  calano occupati e ore lavorate. E’ quanto emerge dal consueto rapporto della sede di Palermo della Banca d’Italia, che fotografa l’economia  dell’Isola e che è stato presentato oggi nella sede di via Cavour. In  base ai dati delle casse edili è proseguito il calo delle ore lavorate già in atto nel secondo trimestre del 2016.

“Le imprese che hanno partecipato al sondaggio della Banca d’Italia  hanno segnalato per l’anno in corso una prevalenza dei casi di  riduzione della produzione su quelli di aumento – si legge nel report  -. Le imprese attive nel comparto delle opere pubbliche potrebbero  beneficiare in prospettiva dell’incremento del valore dei bandi di  gara registrato nella prima parte dell’anno”.

La crescita delle compravendite di immobili residenziali (6,5 per  cento) in linea con quella registrata nella media nazionale, spiegano  da Bankitalia, “non si è ancora riflessa in un aumento della domanda  per le imprese del settore”. Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare  dal settore delle opere pubbliche. La crescita degli importi  complessivi dei bandi di gara nei primi sei mesi dell’anno, infatti,  fa ben sperare per una ripresa.

Cresce l’occupazione in Sicilia, ma il  dato resta assai distante rispetto al resto d’Italia. Nell’Isola solo  4 lavoratori su dieci lavorano a fronte di un dato che nelle regioni  del centro nord si attesta circa al 70 per cento. Nel primo semestre  del 2017, infatti, l’occupazione nell’Isola è aumentata dello 0,3 per  cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a fronte di un dato che nel Mezzogiorno raggiunge lo 0,7 per cento e a livello  nazionale l’1,1 per cento. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Economie  regionali’ della Banca d’Italia presentato oggi nella sede palermitana di via Cavour.

Nonostante il segno più, però, con un tasso di occupazione pari al  40,5 per cento (57,7 per cento la media nazionale), il contemporaneo  aumento delle persone in cerca di un lavoro lascia il tasso di  disoccupazione al 22 per cento (quasi il doppio rispetto alla media  nazionale dell’11,5 per cento), con l’Isola fanalino di coda del  Belpaese. Peggio della regione fa solo la Calabria. Un aumento del  numero di occupati si registra sia nell’agricoltura che  nell’industria, unica eccezione il settore delle costruzioni, dove il  calo nel secondo trimestre del 2017 si attesta al 19,6 per cento.

“Da un punto di vista strutturale sussistono dei  problemi che devono essere risolti – spiega il direttore della sede di Palermo di Bankitalia, Pietro Raffa -. Però, per incidere sui dati  strutturali saranno necessari degli interventi specifici perché le  percentuali di ripresa sono tali che non ci hanno consentito di  recuperare quanto abbiamo perso nel corso di questi anni di crisi”. In fumo, infatti, sono andati 160mila posti, mentre quelli recuperati  sono stati circa circa40mila.

Come nello scorso anno l’occupazione è diminuita per gli uomini mentre è continuata la crescita del numero delle lavoratrici. L’identikit del lavoratore è quello di un 55enne o più, laureato con un contratto a  tempo pieno. Diminuiscono invece i lavoratori autonomi. ”Dal 2017  sono attivi gli sgravi contributivi previsti dai programmi  ‘Occupazione giovani’ e ‘Occupazione Sud’ – spiegano da Bankitalia -.  In Sicilia poco più di un quinto delle assunzioni e trasformazioni a  tempo indeterminato e dei nuovi contratti di apprendistato ha  usufruito dell’incentivo occupazione Sud, valore in linea con la media del Mezzogiorno”

L’economia siciliana ‘aggancia’ la  ripresa, ma il Pil regionale resta ben lontano da quello degli anni  pre-crisi. Non basta la performance positiva dell’export che fa  segnare, al netto dei prodotti petroliferi, un +15,1 per cento, né le  presenze in crescita dei turisti a dare una boccata d’ossigeno  all’occupazione che aumenta appena dello 0,3 per cento con un tasso di disoccupazione fermo al 22 per cento (quasi il doppio rispetto alla  media nazionale), e superato solo dalla Calabria. A scattare la  fotografia di una ‘ripresa’ a passo lento è Bankitalia nel consueto  rapporto ‘Economie regionali’ presentato oggi nella sede palermitana  di via Cavour.

Nei primi nove mesi del 2017, la fase di ripresa dell’economia  siciliana si è rafforzata con una maggiore diffusione tra i settori  produttivi. Alla prosecuzione della dinamica positiva per il terziario privato, sospinta dai consumi delle famiglie siciliane e dalla spesa  dei turisti italiani e stranieri, si è associato un miglioramento dei  principali indicatori del settore industriale dopo la stagnazione  dell’anno precedente. La congiuntura è rimasta sfavorevole invece nel  settore delle costruzioni, che fatica ad agganciare la ripresa e dove  calano occupati e ore lavorate. “I segnali che arrivano dalla imprese  che abbiamo intervistato ci fanno presupporre che le aspettative per  il nuovo anno possano essere positive – ha detto il direttore della  sede di Palermo della Banca d’Italia, Pietro Raffa -. In questi primi  mesi del 2017 abbiamo registrato una diffusione della ripresa per  tutti i settori. I settori che danno segnali di maggiore vivacità? Il  terziario privato, il turismo e l’agroalimentare”.

“Nei primi nove mesi dell’anno – si legge nel report –  la quota di imprese con fatturato in crescita ha superato ampiamente  la frazione di quelle che hanno registrato un calo, in linea con la  media del Mezzogiorno. L’andamento degli ordini si è rafforzato nel  terzo trimestre del 2017 e, secondo le attese delle aziende, la  tendenza proseguirebbe nei prossimi mesi”. Gli investimenti delle  imprese, che già nel 2016 avevano mostrato i primi segnali di  inversione della lunga tendenza negativa, sono risultati in lieve  aumento e secondo le aspettative delle aziende il processo di  accumulazione del capitale proseguirà anche nel 2018. Un sostegno alla crescita degli investimenti, poi, potrebbe arrivare dal nuovo ciclo  delle politiche di coesione.        In base al sondaggio di Bankitalia poco più dei due terzi delle  imprese dell’industria e dei servizi valuta di chiudere l’esercizio  2017 in utile e alla fine del primo semestre dell’anno la liquidità  delle aziende è risultata in aumento per effetto soprattutto della  riduzione dell’indebitamento a breve termine. “Il credito bancario  alle imprese – ha concluso Raffa – ha continuato a diminuire  risentendo in particolare della dinamica sfavorevole del settore delle costruzioni, mentre è proseguita la crescita dei finanziamenti nel  settore dei servizi”.        (Loc/AdnKronos)

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