Assolto Michele Licata per il Lido di Torrazza

Ancora un passo avanti per Michele Licata verso la restituzione dei beni. Assolto dai reati di lottizzazione abusiva e violazione normativa paesaggistica in località Torrazza – Margi Nespolilla (territorio di Petrosino)

 

Assolto l’imprenditore turistico Michele Licata per i reati di lottizzazione abusiva e violazione normativa paesaggistica per avere realizzato a Petrosino, in zona sottoposta a vincolo (cd. Ramsar e zps), uno stabilimento balneare, due opifici e una strada carrabile.

La sentenza con la formula “perchè i fatti non sussistono, nonchè per intervenuta prescrizione per avere realizzato opere edili in assenza di variante essenziale, è stata emessa in data 30.09.2020, dalla 4° sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal dott. Massimo Corleo.

 

Nella sentenza, di cui alleghiamo il documento, si legge che il Licata e per effetto della stessa ha avuto revocati: l’ordine di confisca dei terreni oggetto della contestata lottizzazione abusiva; l’ordine di demolizione del manufatto abusivo, nonché la revisione delle sanzioni a favore delle costituite parti civili. In pratica l’imprenditore non dovrà risarcire il Circolo Legambiente Marsala – Petrosino Onlus e Codici Ambiente; mentre viene ridotto a soli 4 mila euro il risarcimento del danno morale. Michele Licata è comparso davanti alla 4° sezione penale della Corte di Appello di Palermo assistito dall’avv. Salvatore Pino del foro di Milano e dell’avv. Carlo Ferracane.

Michele Licata era stato portato in giudizio (quale legale rappresentante al tempo della Roof Garden srl. Che aveva realizzato le opere) dal sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone, assistito dall’avv. Valerio Vartolo e dall’avv. Giuliano Pisapia del foro di Milano. Per tale vicenda il noto imprenditore marsalese era stato condannato con sentenza del 3 maggio 2018 dal Giudice Monocratico di Marsala dott. Lorenzo Chiaramonte, P.M. dott. Antonella Trainito, alla pena di anni due e mesi di reclusione, oltre al risarcimento danni morali in favore del comune di Petrosino (euro 20 mila); in euro 15 mila in favore del Circolo Lega ambiente ed euro 2 mila in favore di Codice Ambiente, nonchè alla demolizione dei due opifici, ordinando, nel contempo, la confisca dei terreni oggetto della lottizzazione abusiva con acquisizione degli stessi al patrimonio del comune di Petrosino.

 

I fatti risalgono al maggio del 2013 quando venne sottoposta sequestro l’area, in località Torrazza – Margi Nespolilla (territorio di Petrosino), dove la Roof Garden aveva presentato un progetto diretto al recupero urbanistico della zona (luogo di discarica a cielo aperto e di degrado ambientale), previi N.O. rilasciati da altre Autorità amministrative, la autorizzazione edilizia per la realizzazione di opere di bonifica e rinaturalizzazione dell’aerea e la realizzazione di uno stabilimento balneare. La stessa società aveva ottenuto la concessione edilizia nell’anno 2012 per la realizzazione di due opifici da destinare a lavorazione di prodotti caseari.

 

Malgrado una imponente documentazione, pareri e testimonianze di professionisti e addetti ai lavori in difesa dell’operato dell’imprenditore turistico, il Giudice perveniva nella determinazione di ritenere Licata responsabile dei reati ascritti condannandolo alla pena sopra dedotta. Il collegio difensivo, composto dagli avv. Carlo Ferracane e dal prof. Salvatore Pensabene Lionti, impugnavano la sentenza dolendosi delle manifeste discrasie e violazioni delle normative richiamate (argomenti già dedotti in una memoria depositata al Giudice di Marsala all’esito della loro discussione) e la 4° sezione della Corte di Palermo, accogliendo l’appello presentato nell’interesse di Licata Michele, lo assolveva dai reati ascritti perchè i fatti non sussistono.

 

La 3° sezione penale della Corte di Palermo con sentenza del 06.07.2020 ha parzialmente annullato la sentenza di condanna emessa dal GIP di Marsala, dichiarando inammissibile l’appello proposto dal P.M. sede e, per gli effetti, riducendo di quasi il 50% la pena applicata. Va altresì ricordato che dopo quattro anni di attività istruttoria il Tribunale di Trapani, sezione Misure di Prevenzione, con decreto del febbraio 2019 ha restituito a Licata Michele diversi beni già in sequestro, e nello specifico il ristorante Delfino, l’hotel Delfino Beach, l’intera struttura Baglio Basile e l’agriturismo Volpara.

 

Su appello del P.M. sede la Corte di Palermo ha sospeso l’efficacia del predetto decreto in attesa di ulteriori sviluppi che porteranno sicuramente il noto imprenditore marsalese a ritornare in possesso dei beni mobili, immobili e finanziaria di cui disponeva prima dell’avvio della lunga e tortuosa vicenda giudiziaria.

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