Allevatori in stato di agitazione, non conferiscono il latte alle industrie lattaie-caserie

allevatori-in-stato-di-agitazione-non-conferiscono-il-latte-alle-industrie-lattaie-caserieMonta la protesta, in Sicilia, degli allevatori sempre più in “ginocchio” a causa del prezzo del latte all’ingrosso bassissimo, abbondantemente sotto il costo di produzione. Oggi, il latte  quello bovino viene pagato agli allevatori a 35 centesimi al litro, quello ovino, invece, oscilla tra 80 e 85 centesimi, sempre pochi se si considera che in Sardegna viene venduto ad 1 euro e 30 centesimi. La crisi investe il mondo della produzione su cui grava la forte incidenza delle importazioni di materie prime non controllate dalle altre regioni e, soprattutto, dall’estero.

La situazione è drammatica e non può essere più tollerata. E, l’Unione Europea non fa nulla per tutelare gli allevatori, anzi complica le loro condizioni consentendo l’uso del latte in polvere per la produzione di formaggi e latticini che appesantisce ulteriormente la condizione degli allevatori siciliani già costretti a subire la concorrenza delle cagliate importate in Sicilia per la produzione di prodotti caseari (soprattutto dai Paesi dell’Est su tutte Germania, Romania, Polonia e Bulgaria, ndr) che, senza essere assoggettati ad adeguati controlli sanitari, vengono utilizzati per la produzione di prodotti venduti come locali.

Gli allevatori siciliani hanno avviato lo sciopero del settore con il blocco delle forniture alle aziende lattaie casearie e l’avvio di iniziative di protesta itineranti nel territorio. Gli allevatori si preparano ad una mobilitazione per chiedere che venga riconosciuto un prezzo del latte equo. Dal mese di settembre dello scorso anno ad oggi il «borsino» del latte ha fatto registrare un crollo: da 43 centesimi e 33 è sceso sotto 34 centesimi e si preannunciano ulteriori riduzioni.

«Vogliamo capire quali sono i parametri di riferimento – spiega Mattia Occhipinti, allevatore ed ex presidente della Coldiretti – in un momento in cui gli industriali non hanno sottoscritto alcun accordo di programma. La nostra grande preoccupazione è legata al futuro dell’intera economia che ruota attorno alla zootecnica. Le commesse sono bloccate e i fornitori subiscono, a cascata, la crisi della zootecnia». Da contrada Palazzola fino a torre Mastro passando per le aree rurali di contrada Meusa all’estrema periferia della città si respira in clima di grande incertezza. «Le vacche sull’altipiano si nutrano sono del foraggio al pascolo – aggiunge Carmelo Occhipinti – Gli allevatori non hanno più soldi per acquistare le balle del fieno o i sacchi di mangime».

“Già il settore zootecnico attraversa grossissime difficoltà, vedi condizioni climatiche (siccità) ed insostenibili costi di gestione degli allevamenti. Diventa quindi inaccettabile l’atteggiamento di chiusura dei caseifici e dei commercianti di latte in genere, che hanno disertato la riunione del 24 ottobre a Campobello Di Mazara, per discutere proprio della determinazione di un prezzo del latte sostenibile per i produttori”.

Lo comunica l’Unione Pastori Siciliani che invita tutti gli allevatori associati e non, a Poggioreale stasera alle ore 20.30, a Pergusa venerdì 28 ottobre sempre alle ore 20.30,per discutere “sul blocco totale del conferimento del latte sul mercato e su iniziative che tutelino la dignita’ del nostro lavoro e la possibilita’ di continuare a farlo in condizioni di serenità”.

 

 

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