“Al momento il 99,93 per cento delle quote Airgest – continua Repubblica – è detenuto dalla Regione siciliana, ma nel periodo contestato dalla procura il 49 per cento della società era di proprietà di alcune società private, mentre il 51 per cento era in capo alla Regione. “Ovviamente – conclude Angius – nel tempo abbiamo concordato tutte le scelte con i soci privati e con i soci pubblici”.
Aeroporto Trapani Birgi, i nomi dei 15 indagati dalla Procura
Nel mirino degli inquirenti i professionisti che a vario titolo si sono occupati dell’Airgest, la società di gestione dell’aeroporto di Trapani.
Malversazione di fondi pubblici e falso in bilancio, con queste ipotesi di reato sono in atto indagati: Salvatore Castiglione, Franco Giudice, Salvatore Ombra, Paolo Angius (attuale presidente del Cda di Airgest), Fabrizio Bignardelli, Vittorio Fanti, Giuseppe Russo, Giancarlo Guarrera, Luciana Giammanco, Letteria Dinaro, Michele Angelo Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima, Antonino Galfano.
Con queste ipotesi di reato la Procura della Repubblica di Trapani indaga su quindici persone che hanno ricoperto incarichi negli ultimi tre Consigli d’amministrazione dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto «Vincenzo Florio» di Trapani Birgi.
Secondo gli inquirenti – le indagini sono condotte dalla Guardia di Finanza – i reati sarebbero stati commessi nell’ambito della gestione dei piani di co-marketing, che hanno consentito all’aeroporto di Trapani Birgi di avere un rapporto “privilegiato” con la compagnia aerea irlandese Ryanair che assicurava decine di tratte aeree, da e per lo scalo trapanese. Qualche amministratore pubblico, nel recente passato, infatti, non aderì al piano di co-marketing a favore di Ryanair, perchè sarebbe stato ritenuto dagli stessi “illegittimo” .
Da una fonte giornalistica accreditata, La Stampa on line, vi sarebbe in corso una seconda indagine della Procura della Repubblica di Trapani sull’Airgest. Ecco cosa riporta al riguardo un articolo che titola: “Doppia inchiesta sull’aeroporto di Trapani, 15 indagati”, il collega Rino Giacalone: “Tra le pieghe dell’indagine ci sono anche le procedure seguite dall’Airgest per l’assunzione di personale”.
Ritornando al piano di co-marketing, oggetto dell’inchiesta, la testata on line “Repubblica”, edizione Palermo, riporta: “L’indagine sui vertici dell’Airgest è partita in seguito a un esposto di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. Le accuse riguardano il periodo che va dal 2010 al 2016 e principalmente i rapporti tra la società di gestione dell’aeroporto di Birgi e Ryanair. A finire sotto la lente d’ingrandimento è stato l’accordo di co-marketing siglato nel gennaio 2014 tra Airgest, ventiquattro Comuni del Trapanese e il vettore irlandese: un accordo triennale per complessivi 7 milioni di euro”.
“Secondo la Procura – scrive Repubblica – “a fronte di costanti perdite d’esercizio subite, capitalizzavano detti costi (riferiti al co-marketing, ndr) tra le immobilizzazioni immateriali alla voce “costi di ricerca, sviluppo e pubblicità”. In questa maniera la società “concorreva a determinare il risultato di esercizio per la sola quota del 20 per cento annuo anzichè per l’intero”. Poi c’è il mancato versamento della tassa addizionale comunale, un’imposta riferita “ai diritti d’imbarco dei passeggeri degli aeromobili” che avrebbe “generato improprie disponibilità finanziarie all’Airgest per sopperire alle difficoltà strutturali della società stessa”.
Gli avvisi di garanzia, intanto, sono stati notificati ai destinatari e le indagini proseguono per accertare la verità. L’unico rammarico é che, ancora una volta, questo aeroporto si trova sulle pagine dei giornali con notizie poco liete.