Un’azione simbolica e comunicativa messa in campo dal Coordinamento provinciale trapanese in difesa del territorio al fine di veicolare il forte dissenso alla scelta della casta politica di usare la Sicilia come zona di guerra deturpandone la natura originaria e mettendo a serio rischio i suoi abitanti.
Aeroporto Militare di Trapani, monta la protesta dei cittadini sugli “scenari” di guerra
E’ proprio di due giorni fa, infatti, la notizia riportata dal Wall Street Journal secondo cui il Governo italiano, da circa un mese e in gran silenzio, ha autorizzato gli americani, dopo negoziati protrattisi per ben un anno, a fare decollare dalla stazione aereonavale di Sigonella droni armati per effettuare operazioni militari contro lo stato islamico in Libia e in tutta l’area del Nord Africa.
Gli stessi droni impiegati negli ultimi dieci anni per più di 500 attacchi in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria, Yemen e Libia con oltre 4.200 vittime. Le stesse operazioni militari che si traducono in attacchi a ospedali, scuole, vittime civili. Il coordinamento provinciale ha voluto esplicitare ancora una volta che la Sicilia non è territorio di guerra e i suoi abitanti hanno dimostrato, in più occasioni, di non voler prestare il fianco “alla svendita del governo Crocetta che supinamente accetta le scelte imposte dal governo nazionale a discapito dei cittadini siciliani. La totale subalternità ad interessi esterni sta infatti conducendo alla sempre più spiccata caratterizzazione della Sicilia come avamposto di guerra per gli interessi imperialistici stranieri: Sigonella, Niscemi, Birgi sono stati consegnati ai giochi guerrafondai di Usa e Nato che addirittura realizzano nella nostra regione, come nel caso di Birgi, le loro esercitazioni con danno per la salute e le economie locali”.
“Essere costantemente subalterno – scrivono dal Coordinamento provinciale trapanese in difesa del territorio – ai ricatti politico-economici per avallare gli interessi delle super potenze mondiali, del governo nazionale e delle grandi aziende è una costante del governo siciliano che si esprime altresì nel caso delle trivellazioni nel Canale di Sicilia e che vede Crocetta prima acconsentire in cambio della promessa, da parte di Eni, di non smantellare la raffineria di Gela e poi decidere di costringere l’intero Pd regionale a votare contro la proposta referendaria per l’abrogazione delle norme dello Sblocca Italia in tema di concessioni petrolifere pur essendo la Sicilia la regione maggiormente coinvolta dal provvedimento. Di fronte a una totale svendita del bagaglio storico-artistico-culturale e delle ricchezze naturali della Sicilia e una totale svalutazione della salute, dell’incolumità e della dignità dei siciliani, il coordinamento provinciale ha ritenuto necessario far sentire la propria voce e invita tutti i cittadini della provincia a una presa di coscienza collettiva e a una partecipazione attiva.
Il 30 marzo parteciperà alla marcia popolare contro il governo Crocetta indetta a Palermo dai movimenti attivi in tutta la regione in difesa del territorio e dei diritti civili, un appuntamento importante, per la cui occasione è stato organizzato un pullman, che permetterà di portare in piazza il dissenso a un modello di sviluppo per nulla virtuoso e la forte rivendicazione del diritto all’autodeterminazione dei popoli nei propri territori e che si aggancia immediatamente all’importante appuntamento referendario del 17 aprile per la cui occasione il coordinamento si è costituito in comitato provinciale referendario”.