100 collegi Italicum, dicui 9 in Sicilia; Trapani e Marsala con comuni palermitani
Salvo qualche ritocco – sono diciannove i casi sottoposti a revisione – la mappa dei collegi elettorali proposti dall’Italicum è già bella e pronta: cento collegi dovranno eleggere da un minimo di tre ad un massimo di nove deputati. Spetta al governo, che ha ricevuto la delega dal Parlamento, disegnare i collegi, indicandone i confini. Un lavoro complesso che deve tenere conto della necessità di mantenere, per quanto possibile, in vita i vecchi collegi e l’omogenità della popolazione.
L’Italia è dvisa in venti circoscrizioni elettorali, ciascuna delle quale, a sua volta, è divisa in collegi elettorali plurinominali, la cui ampiezza si colloca a metà strada fra le aree vaste del Porcellum e le piccole enclaves del Mattarellum. Una media di circa 470 mila elettori per ciascun collegio plurinominale.
Collegi elettorali Italicum in Sicilia, con qualche scelta un po’ bizzarra, saranno nove. Palermo è divisa in due collegi, dei quali uno con Capaci e altri Comuni. Il collegio 2 è della provincia di Trapani, con Partinico e Balestrate. Il collegio plurinominale 3 è “Partinico”, ma il Comune di Partinico non c’è, è nel 2… La Provincia di Messina e quella di Agrigento, per intero, formano il collegio 4 e 5. Caltanissetta ed Enna, insieme, fanno il collegio 6. Catania e mezza provincia fanno il collegio 7. L’altra mezza provincia insieme a mezza provincia di Siracusa fanno il collegio 8. La restante parte della provincia di Siracusa e Ragusa fanno il collegio 9. Bizzarro, no? “Quello che per mesi si è tramato, ora si è materializzato: Siracusa, parafrasando il sommo poeta, non sarà più, ammesso che lo fosse mai stata, signora di provincia, ma un volgarissimo bordello”. Lo dichiara il deputato regionale Vincenzo Vinciullo, Presidente Facente funzione della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’Ars. Ci sono polemiche infatti per lo smembramento della Provincia di Siracusa che viene divisa tra la provincia di Catania e quella di Ragusa.I Comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte andrebbero con un quartiere di Catania (Picanello), Gravina e Misterbianco, la restante parte sarebbe accorpata con l’intera provincia di Ragusa nel Collegio 8.
Ma attenzione, non si voterà più con il listino bloccato. Gli elettori potranno scegliere, ma dal secondo candidato in giù. Il capolista viene designato dal partito che deposita il simbolo.
Per i partiti che aspirano ad una generosa messe di seggi, il diritto di scelta degli elettori sarà solo lievemente scalfito, mentre per gli schieramenti politici minori, il successo sorriderà quasi esclusivamente ai candidati designati dalla segreterie, perché non potranno aspirare a più di uno o due seggi nei vari collegi.
Di questa norma si sono molto lamentate le minoranze democratiche, cioè in quel partito che lascia abbondantemente agli elettori il potere di scelta, mentre non c’è stato nemmeno un brusio altrove. Vi chiederete perche’, naturalmente. La risposta la potreste trovare nella designazione di quei cento capolista che potrebbero essere scelti dalla segreteria del Pd: un terzo dei parlamentari, quindi un gran vantaggio per il gruppo dirigente. E’ giusto, sbagliato? Avviene ovunque che i partiti mantengano il diritto al candidato di bandiera, il testimonial, l’uomo immagine, che in linea puramente teorica, dovrebbe rappresentare le qualita’ e le competenze richieste dallo schieramento politico. Che poi si scelga secondo criteri diversi, è un’altra cosa.
Un assaggio del puzzle. La Sicilia è una delle venti circoscrizioni elettorali, è divisa in nove collegi e dispone di 52 seggi. Il Lazio ne ha tanti quanto la Sicilia, ed è diviso in nove collegi come l’Isola. Otto i collegi veneti con 51 seggi, altrettanti i collegi piemontesi con 46 seggi, sette i collegi pugliesi con 42 seggi. L’Italicum entrerà in dirittura d’arrivo esattamente fra un anno, il giorno 1 luglio 2016.
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